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Cassazione, lo "sciopero del sesso" giustifica la fuga con l'amante

Per la Suprema Corte il marito non ha alcuna colpa: la separazione è "giusta"

simone cerroni
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Cornuta e mazziata. Lui abbandona il tetto coniugale per andare con l'amante dopo che la moglie stava facendo un vero e proprio “sciopero del sesso”. Lei, la moglie, lo porta in tribunale e si vede negare l'addebito della seprazione dal marito da cui aveva chiesto la separazione. Ebbene sì, a quanto pare per la Corte di Cassazione se lei non vuole fare sesso, lui può andarsene di casa con l'amante. D'altronde, recita il diritto di famiglia, se l'interruzione della convivenza deriva da giusta causa, vale a dire tutte le volte in cui la coabitazione sia diventata intollerabile, essa non costituisce violazione dei doveri coniugali. Per la Cassazione lo sciopero del sesso era una giusta causa. La situazione – La vicenda accade a Pescara, dove un uomo aveva chiesto la separazione dalla moglie con la quale dal 2000, anno in cui era nato il figlio, non aveva più avuto rapporti sessuali. L'uomo, insoddisfatto, ha lasciato la dimora andando a convivere con una nuova partner. La moglie lo gli fa causa dopo una prima sentenza, a lei sfavorevole, ricorre alla Corte d'appello dell'Aquila, il 21 febbraio 2012. La corte, dopo aver ascoltato le dichiarazioni dell'uomo che aveva spiegato di "essere andato via di casa perché la situazione familiare non era più sopportabile e che dalla nascita del figlio non vi erano stati più rapporti sessuali tra i coniugi", rifiuta l'addebito della separazione al marito.  La Cassazione – La donna non si dà per vinta e ricorre all'ultima istanza: la Corte di Cassazione. Ma dopo le dichiarazioni del marito, la Cassazione respinge la richiesta di addebitare la colpa della separazione al marito, sia il risarcimento alla donna. “Non sono stati introdotti – afferma la Cassazione - elementi di prova che possano escludere la preesistenza di una situazione di esaurimento della comunità morale e affettiva fra i coniugi cui attribuire la intollerabilità della prosecuzione della convivenza”.  Una circostanza, quella dello sciopero del sesso da parte della moglie, che come attesta l'ordinanza 2539 della Sesta sezione civile, era stata confermata anche dalla sorella del marito e mai smentita dalla diretta interessata. 

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