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Roma, si calano le braghe

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contro multe e cartelle pazze

Albina Perri
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Hanno dato vita a una protesta degna del film «Full Monthy», spogliandosi e mettendosi in mutande, per dire basta a «multe e cartelle pazze», ossia quelle che arrivano per errore e che spesso si è costretti a pagare per l'inefficienza dei sistemi di riscossione. Protagonisti dell'anomala contestazione alcuni cittadini romani che hanno aderito alla manifestazione promossa dall'associazione 'Radicì, sotto la sede della Gerit, la società incaricata della riscossione di multe e tributi nella Capitale. I cittadini hanno protestato, in via Cristoforo Colombo, contro le «troppe incongruenze, errori di calcolo, inefficienze e mancanza di trasparenza nella riscossione delle multe». Per l'associazione, «da alcuni anni sono stati applicati dei sistemi di riscossione delle multe di cui i cittadini non sono stati adeguatamente informati. Sono, infatti, quasi nulle le possibilità di ricorso, di contestazione e di risarcimento ai soprusi delle agenzie di riscossione». «I sistemi di rilevazione delle multe attraverso i semafori, gli autovelox e attraverso personale ausiliare non idoneo, si sono dimostrati - aggiunge l'associazione - troppe volte erronei e persecutori. Le 'cartelle pazze', le multe già pagate che vengono ripagate in sequenza continua, sono il frutto di un fallace sistema, non perfettamente sperimentato, di informatizzazione delle multe che non offre le opportune garanzie e tutele per i cittadini»

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