Bari, Bertolaso si difende
E chiama in causa il Pd
«Prendo atto del continuo, ma inutile, tentativo di abbinare il mio nome a quello di imprenditori pugliesi al centro delle attenzioni della stampa». Il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si difende dalel accuse che lo vorrebbero in qualche maniera coinvolto nello scandalo di Bari. Bertolaso si difende con veemenza e chiama in causa Francesco Boccia,parlamentare del Pd che gli avrebbe presentato alcuni dei protagonistidello scandalo Sanità che infiamma - insieme a quello delle escort - l'estate barese. E chiama in causa anche un collaboratore di D'Alema al ministerodegli Esteri. «Come tutti i funzionari dello Stato con incarichi di una qualche responsabilità - rileva Bertolaso - ho avuto occasione di ricevere in questi otto anni migliaia di rappresentanti delle aziende italiane interessati ad avere rapporti con un settore che ha dimostrato di saper fare e non solo di chiacchierare. Nè, d'altronde, un funzionario dello Stato può sottrarsi dall'essere interlocutore per tutti coloro i quali intendono sviluppare eventuali tecnologie e iniziative finalizzate a dare spazio al Made in Italy che rappresenta, come ben noto, una delle priorità della protezione civile, anche a livello internazionale». «Ho incontrato -aggiunge il capo della Protezione Civile - il dottor Tarantini in due occasioni, durante le quali mi sono state descritte le attività delle aziende legate al gruppo Intini, il cui titolare ha partecipato agli incontri. Il signor Intini mi era peraltro già noto, e se è vero che ha dichiarato di avermi conosciuto grazie al signor Tarantini dimostra di aver la memoria molto corta. Nel maggio del 2007, infatti, fui presentato al signor Intini dal professor Francesco Boccia, allora capo Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali alla presidenza del Consiglio dei Ministri sotto il Governo Prodi, alla presenza del signor Roberto De Santis che si presentò come amico e collaboratore dell'allora ministro degli Esteri». «Allora, come oggi - prosegue Bertolaso - mi vennero presentati alcuni progetti che il gruppo Intini voleva sviluppare nel settore della protezione civile. Tuttavia, poichè si trattava di argomenti e iniziative non coerenti con le attività di competenza di questo settore, non vi fu alcun seguito agli incontri». Pertanto, sottolinea, «nè durante il Governo Prodi, nè durante il Governo Berlusconi, la protezione civile nazionale, ha mai ordinato nè al signor Intini nè al signor Tarantini l'acquisto di una matita, di un cerotto o di un estintore, al contrario, a quanto risulta, di quanto fatto da alcune strutture di stretta competenza regionale. Segnalo peraltro che il 90% degli acquisti della protezione civile avviene tramite regolare procedura di gara. Per quel che riguarda poi i grandi eventi tutti i rapporti contrattuali vengono diffusi sul sito della protezione civile o pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Per quanto riguarda le donazioni degli italiani alla protezione civile in caso di particolari eventi emergenziali (tsunami, terremoto di San Giuliano, Terremoto Abruzzo) viene poi istituito un Comitato dei Garanti con il compito di controllare ogni singolo euro speso dal Dipartimento e i risultati conseguiti».