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Belluno, lezioni hot in classe

Denunce e querele

Michelangelo Bonessa
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  Temiosè in classe, interrogazioni a sfondo sessuale. Le originali tecniche diinsegnamento della prof di tedesco hanno scatenato una guerra vera e propriaall'istituto tecnico commerciale di Santo Stefano di Cadore con unaserie di denunce e controdenunce. La donna, E.P., 50enne cadorina, si trova oraindagata dalla procura per maltrattamenti nei confronti di minori. Come misuracautelare il tribunale di Belluno l'ha sospesa a tempo indeterminatodall'insegnamento. La spinosissima vicenda si sarebbe svolta tutta fra le auledella classe dove insegnava la docente nell'anno scolastico da poco conclusoalla ragioneria di Santo Stefano, una scuola superiore. I ragazzini hanno cominciato a provare disagio neiconfronti dei metodi adottati dalla prof che li avrebbe chiamati alla lavagna eavrebbe chiesto loro di tradurre in tedesco i nomi dati dai popoli germaniciagli organi genitali femminili e maschili, o all'atto sessuale. Anzichéfermarsi di fronte all'imbarazzo e alle proteste dei ragazzi, tutti minorenni,in classe si sarebbe scatenata una vera guerra, con le accuse da parte deglistudenti, avanzate tramite i genitori riunitisi in comitato, di botte e offese.Il colmo si sarebbe raggiunto quando in occasione diun compito in classe di tedesco, la prof avrebbe chiesto alla classe diredigere un tema su un fatto di cronaca riguardante una escort, approfondendoquindi la scabrosa tematica del sesso a pagamento. Da lì è scoppiata larivolta. Un pezzo dai toni senz'altro forti, secondo quanto commenta l'avvocato difensore di E.P.,Paolo Patelmo, “ma che dei ragazzi di 17 anni sono certamente in grado diaffrontare”. Quello che non torna, secondo il legale, sono le accuse neiconfronti della docente, che viene descritta come una persona morbosa mentreinvece il suo comportamento, a sentire chi la conosce bene, sarebbe più inclineal "bacchettone". Secondo l'avvocato Patelmo, che ha già fattosottoporre la prof ad una visita psicologica ed è in attesa della relazione delperito, la donna è stata vittima “di un comportamento persecutorio da partedegli alunni”. Non ci sarebbero state dunque interrogazioni hard o temiscabrosi, ma semmai una serie di atteggiamenti degli studenti, sfociati spessoin offese vere e proprie che hanno portato la donna, a suo tempo, a scrivereuna lettera al ministero denunciando di essere lei la vittima del mobbing messoin atto dai ragazzi. Uno, che l'avrebbe chiamata con un epiteto altamenteoffensivo in classe, è stato querelato. Un'altra denuncia, stavolta per omissione di atti diufficio, anticipa il difensore, si profila invece nei confronti del presideRenzo Zagallo per non aver effettuato alcun procedimento disciplinare neiconfronti degli studenti, di cui il legale ha avanzato richiesta ufficiale. Per il legale la prof sarebbe stata vittima dipressioni da parte dei suoi studenti e avrebbe reagito con atti di ribellioneai loro soprusi.

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