Treviso, intasca per otto anni
la pensione della suocera
Nel giro di otto anni, siera visto versare, nel conto corrente, una bella cifra: oltre centomila euro.Denaro che sapeva bene di non poter incassare, trattandosi delle pensioni, bentre, della suocera. Defunta. Un silenzioso raggiro che, alla fine, è venutoalla luce. E ora il protagonista dell'ennesimo caso di appropriazione indebitadi denaro pubblico rischia il processo per truffa aggravata ai danni dell'Inps. I fatti. L'uomo, un 55enne della Sinistra Piave, hacontinuato a riscuotere le pensioni della suocera, anche se la donna era mortaormai da anni. L'anziana, infatti, è morta nel 2001. Ma solo a fine 2008l'istituto pensionistico si è reso conto di aver continuato a versare sul contocorrente del genero della donna i soldi delle pensioni che spettavano solo edesclusivamente alla donna. Nell'arco di otto anni, quindi, al 55enne, che siera ben guardato dal comunicare il decesso della suocera, come la leggeprevedrebbe, sono stati corrisposti ben 111mila euro. Denaro, di fatto,incassato illecitamente, dal momento che la diretta interessata, che con quellasomma avrebbe dovuto viverci, non c'era più. Difficile parlare di una banalesvista o di una dimenticanza, essendo trascorsi, uno dopo l'altro, addiritturaotto anni. Nei quali, ovviamente, l'uomo ha incassato e, con tutta probabilitàspeso, quel denaro di cui conosceva bene l'origine. È bastata di fatto una banale verifica, il Natalescorso, un incrocio di dati, per far venire a galla il raggiro, arrivatoimmediatamente sui tavoli della Procura di Treviso. L'Inps, infatti, ha subitosegnalato il caso all'autorità giudiziaria. Il sostituto procuratore BarbaraSabattini ha aperto un fascicolo a carico dell'intestatario del conto correntesu cui veniva versato il denaro, ipotizzando la pesante accusa. Nei giorni scorsi l'inchiesta, avviata sei mesi fa,è stata formalmente chiusa. All'uomo, che in tutti questi anni ha continuato adaccettare i versamenti dell'Inps a favore della suocera deceduta, il magistratocontesta la truffa, aggravata dal fatto di averla perpetrata ai danni di unente pubblico. E per questo, ora, si appresta a chiederne il rinvio a giudizio,istanza che difficilmente verrà respinta dal giudice. La vicenda andrà quindi afinire in aula, dove l'indagato verrà giudicato.