Influenza A, chiesa deserta
per l'addio al 50enne di Napoli
Erano in pochi al funerale di Gaetano D., l'uomo di Napoli morto in seguito al ricovero per aver contratto il virus A/H1N1. Il rito funebre è stato celebrato alle 10, in una chiesa deserta, presenti soltanto la madre Antonietta, di 77 anni, la sorella della donna e sua nipote. Poi solo due fedeli. Tanto che don Giuseppe Nicodemo, che ha celebrato il funerale, non ha nascosto il disappunto: “Una solitudine impressionante, fisicamente testimoniata dal fatto che nemmeno i parenti si sono seduti nei banchi vicino alla navata”. "Dramma della solitudine" - “Non ho potuto che pregare per questo povero fratello – ha proseguito il prete – e per sua madre, che è stata per tutto il tempo seduta in disparte sul fondo della chiesa. È la prima volta che celebro avvertendo in maniera così forte il dramma della solitudine”. Don Giuseppe non si attendeva nemmeno di essere chiamato a celebrare: “Mi hanno chiamato dall'impresa funebre, poi l'hanno trasportato qui. Io non li conoscevo, penso frequentassero l'altra chiesa, quella più vicina casa loro di Santa Maria dell'Arco”. I cinque portantini che hanno accompagnato il feretro su un carrello al centro della navata della chiesa di Sant'Antonio da Padova indossavano delle mascherine. LA PAURA DEI VICINI DI CASA - La psicosi ha fatto breccia anche tra gli inquilini dello stabile dove viveva l'uomo. Da alcuni giorni chiedevanp la disinfestazione dell'edificiodellì'abitazione. Ma l'assessore alla Sanità campana, Mario Santangelo, ha voluto subito rassicurare gli inquilini: “Non correte alcun pericolo”, anche se in un secondo momento l'Asl Napoli 1 ha proceduto alla disinfestazione dell'appartamento dove abitava il 51enne. "Nessun pericolo" - “L'intervento non aveva finalità di prevenzione ma di ordine pubblico”, ha spiegato il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl Napoli 1 Giuseppina Amispergh. “L'influenza A infatti è un virus, non un batterio, e la precauzione giusta è areare gli ambienti e non venire a contatto con chi tossisce o starnutisce". La richiesta di un intervento era stata lanciata poche ore dopo la morte del paziente ricoverato al Cotugno. "Siamo tutti ignoranti, vogliamo qualcuno che ci venga a spiegare le cose", aveva dichiarato una donna che abita nel palazzo telefonando all'Asl. Ulteriori rassicurazioni sono arrivate sempre dall'assessore Santangelo che ha sottolineato che è forse addirittura sbagliato dire che il paziente sia morto per l'influenza A: "Non c'è nessun rapporto diretto, può essere stata una concomitanza, ma non oltre". Alle persone preoccupate di un eventuale contagio l'assessore ha raccomandato: "Basta dire come stanno effettivamente le cose e non ci saranno allarmismi. Quanto alla disinfestazione non avrebbe nessun senso". Comunque, se si hanno dubbi ci si può "rivolgere al medico di base, andare alla Asl e avrà tutte le informazioni che servono".