Papa Francesco non risponde al lettore di "Libero" sotto sfratto

di Andrea Tempestinidomenica 20 aprile 2014
Papa Francesco non risponde al lettore di "Libero" sotto sfratto
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Probabilmente Mauro Bellini, «affezionato lettore di Libero», come lui stesso si è definito, non se lo aspettava. Non si aspettava che, indirizzando una lunga lettera al direttore Maurizio Belpietro, avrebbe visto il suo scritto pubblicato integralmente sul nostro quotidiano. Ancora meno, questo è certo, si attendeva di trovare, ieri, la propria missiva collocata in prima pagina, con la massima evidenza, annunciata da un "occhiello" eloquente e perentorio: «Il grido disperato di un lettore». Quella che Mauro Bellini ha voluto raccontarci, e a cui Libero ha ritenuto giusto dare tanto rilievo, è purtroppo una storia comune, soprattutto oggi. Il che non ne attenua la drammaticità. Anzi, proprio il fatto che si tratti di una situazione vissuta da migliaia di altri italiani la rende particolarmente angosciosa. La vicenda personale del signor Bellini è sintetizzabile in poche parole: Mauro è una delle migliaia di vittime della crisi economica, a causa della quale sta perdendo, un poco alla volta, tutto ciò che si era guadagnato in una vita di lavoro. Perché Mauro, stando a quanto ha riferito, è un pensionato che vive a Roma con la propria signora: non conosciamo esattamente l’età dei due coniugi, ma Mauro ha scritto di abitare nel medesimo appartamento, assieme alla consorte, da ben 58 anni, il che significa che stiamo parlando di due persone decisamente anziane. Il problema di Mauro Bellini e di sua moglie (o meglio, il più grosso dei molti problemi) riguarda, attualmente, proprio la loro casa. Il nostro lettore lo ha spiegato in modo così chiaro che conviene riportare alcuni passaggi della sua lettera: «Al terzo mese di ritardo nel pagamento del canone di affitto, il proprietario ci ha dato lo sfratto. (…) Avrei forse potuto immaginare un trattamento del genere da parte di una finanziaria o di una banca, ma non dal Vaticano! Sì, carissimo direttore, perché io sono affittuario di quel signore vestito di bianco che la domenica proclama dalla finestra di San Pietro che “la casa è un diritto di tutti” e però, aggiungo io, “purché non siano le mie case”». Il risentimento manifestato nei confronti del Santo Padre, eccessivo e forse fuori bersaglio, si comprende, e si può giustificare, immaginando lo stato di prostrazione morale, oltre che materiale, del nostro lettore, il quale afferma di avere dovuto persino disfarsi, dopo 47 anni di matrimonio, delle fedi nuziali. Esperienze del genere, si sa, generano sentimenti negativi e tra loro complementari, come la rabbia e la vergogna. E potrebbe essere stata proprio la vergogna, o quantomeno un senso di grave imbarazzo figlio dell’inattesa e straordinaria visibilità acquisita dal suo caso, a indurre ieri Mauro Bellini a rendersi irreperibile. Lo abbiamo cercato a lungo, telefonandogli più volte al numero di cellulare che ci aveva fornito e scrivendogli al suo indirizzo di posta elettronica. Desideravamo fargli delle domande, approfondire la sua vicenda, ma non ha voluto risponderci. Così come nulla ha voluto dirci padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, il quale, da noi contattato telefonicamente nel tardo pomeriggio di ieri, ha affermato di non avere neppure visto - circostanza, ci permettiamo di dire, piuttosto anomala - l’accorata richiesta di aiuto del lettore di Libero, e di non avere pertanto alcun commento da fare in merito. Mauro Bellini potrebbe dunque essersi preoccupato fin troppo del risalto da noi dato alla sua lettera, se neppure il responsabile delle comunicazioni della Santa Sede l’ha notata… Ad ogni modo, così come non si aspettava di ritrovare la propria missiva sulla prima pagina di Libero, presumibilmente Bellini non si illude di essere tra i fortunati a cui capita di ricevere una chiamata diretta del Pontefice. E invece, chissà: sappiamo bene che con papa Francesco la cosa è assolutamente possibile. A patto, però, di tenere il cellulare acceso. di Giuseppe Pollicelli