Due per mille ai partiti, la Casta batte già cassa. Gli esclusi sono due

di Giulio Bucchisabato 5 aprile 2014
Due per mille ai partiti, la Casta batte già cassa. Gli esclusi sono due
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La scheda è pronta. Basta andare sul sito dell’Agenzia delle entrate e scaricarla. Con allegate le relative istruzioni per la compilazione. Da quest’anno i contribuenti italiani, in sede di dichiarazione dei redditi, potranno destinare il due per mille della propria Irpef a favore di un partito politico. Undici le opzioni a disposizione: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Partito autonomista tirolese, Pd (che spera così di alleggerire il passivo di oltre sette milioni di euro previsto nel bilancio del 2013), Partito socialista, Sel, Scelta civica, Svp, Udc e Union Valdôtaine. Assenti, per motivi opposti, Movimento 5 Stelle e Nuovo centrodestra. I grillini per scelta, gli alfaniani per il ritardo con il quale è stata presentata la domanda per accedere al beneficio. Esclusi, dalla Commissione parlamentare di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici (composta da cinque magistrati), Grande Sud e Italia dei Valori. Corsa al dono - Il decreto legge del 28 dicembre 2013 - governo Letta - ha abolito il finanziamento diretto ai partiti e introdotto il sistema a contribuzione volontaria. Due le possibili fonti di entrata: «Le erogazioni liberali in denaro fiscalmente agevolate» e il «due per mille dell’Irpef». Con la deliberazione dello scorso 20 marzo, la commissione di garanzia ha deciso quali soggetti politici inserire nell’elenco che poi è stato trasmesso all’Agenzia delle entrate. Non tutti i richiedenti, infatti, hanno superato il vaglio dei cinque magistrati - uno designato dal primo presidente della corte di Cassazione, uno designato dal presidente del Consiglio di Stato e tre designati dal presidente della Corte dei conti - cui spetta il compito di verificare il rispetto della nuova normativa. In primis la costituzione antecedente al 28 dicembre 2013, data di entrata in vigore del decreto, la presenza di una rappresentanza in Parlamento e uno statuto da presentare al più tardi entro il prossimo 28 dicembre. Tagliole nelle quali sono incappati, perché «privi attualmente di una rappresentanza in Parlamento», partiti come il «Comitato per Ambrosoli presidente», la «Federazione dei Verdi», i Comunisti italiani e Rifondazione comunista sul fronte delle «erogazioni liberali». Mentre a Ncd, Grande Sud e Idv è stata negata la presenza sulla scheda ai fini dell’ottenimento del due per mille dell’Irpef. Il partito di Angelino Alfano, però, punta al ripescaggio in extremis. «Noi abbiamo fatto la richiesta, la Commissione dovrebbe riunirsi a esaminarla», rivela Raffaello Vignali, tesoriere del Ncd. A determinare l’esclusione, il ritardo con cui è giunta la richiesta, che andava presentata entro il 20 marzo. Un mancato rispetto dei tempi dovuto al fatto che il nuovo partito, nato nella seconda metà di novembre, ha finora dovuto bruciare le tappe sul fronte organizzativo. Ma il Ncd «è in possesso dei requisiti», osserva Vignali: i gruppi parlamentari ci sono, e «lo statuto sarà sicuramente conforme ai requisiti richiesti». Privacy a rischio - La scheda con l’indicazione dell’8 per mille, scaricabile anche sul sito del ministero dell’Economia, potrà essere trasmessa per via telematica o consegnata in formato cartaceo, in una normale busta di corrispondenza, al sostituto d’imposta, a uno dei soggetti incaricati della trasmissione delle dichiarazioni fiscali (Caf, commercialisti) o agli uffici postali. Sulla busta di corrispondenza, però, dovranno comparire la dicitura «scelta per la destinazione volontaria del due per mille dell’Irpef», nonché il codice fiscale, il cognome e il nome del contribuente. di Tommaso Montesano

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