Malagiustizia, esce dal carcere il chirurgo killer della clinica degli orrori

Paolo Brega Massone era stato condannato a 15 anni in appello e attendeva il processo per l'omicidio di quattro pazienti. La cassazione lo ha mandato a casa
di Matteo Legnanidomenica 19 gennaio 2014
Malagiustizia, esce dal carcere il chirurgo killer della clinica degli orrori
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La giustizia degli orrori contro la "clinica degli orrori". Risultato: un condannato a 15 anni di reclusione in attesa di giudizio per l'omicidio di 4 persone esce di prigione e torna a casa. Una vicenda che avrebbe dell'incredibile in qualsiasi paese civile, ma non in Italia. A essere uscito questa sera dal carcere milanese di Opera è l'ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita Pier Paolo Brega Massone. Uno che per soldi asportava organi interni a pazienti inermi, specie se anziani che tanto vivevano meno. E se poi quelli morivano, come è capitato secondo l'accusa in almeno quattro casi, amen. Brega Massone fu arrestato nel giugno del 2008 nel mezzo di un enorme scandalo che si guadagnò per giorni le prime pagine dei giornali di tutta Italia, con particolari sulle sue imprese chirurgiche a dir poco raccapriccianti. La clinica in cui operava ha poi cambiato nome, visto che "Santa Rita" a Milano e dintorni era divenatto simbolo di orrore, altro che malasanità. Per capire come si sia arrivati alla sua scarcerazione, bisogna riavvolgere il nastro al giugno 2013, quando la Cassazione ha annullato per un errore di calcolo nella prescrizione di alcuni reati la condanna in secondo grado e disposto un nuovo appello per rideterminare la pena. E’ in questo frangente, prima   dell’appello 'bis', che la Procura Generale di Milano emette un ordine di carcerazione ritenendo il verdetto degli ermellini definitivo nella parte in cui non era stato annullato. Il provvedimento restrittivo viene ribadito dalla sezione feriale della Corte di Appello a cui si rivolgono gli avvocati di Brega per farlo annullare.  Il 15 novembre scorso, il processo   d’appello 'bis' sancisce la sua condanna per le accuse di truffa, falso e una novantina di lesioni dolose a 15 anni e sei mesi.   Ieri il colpo di scena con la Cassazione che annulla sia la decisione della sezione feriale sia l’ordine di carcerazione. Sempre per la smania di operare ("la mammella mi rende moltissimo, pesco polmoni dappertutto", diceva in una delle intercettazioni più cruente agli atti dell’inchiesta),   l'ex capo dell’equipe di chirurgia toracica è attualmente imputato in un secondo processo in cui risponde di 4 omicidi e altri casi di lesione.