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Fini risponde a Bossi:

suicidio è negare diritti

Albina Perri
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Risponde a Umberto Bossi, legge un passo del Catechismo della Chiesa cattolica tra le ovazioni della platea dell'Udc, non manda in soffitta il bipolarismo («bisogna renderlo europeo») ed evoca il rischio, incombente, del «discredito delle istituzioni» se non si faranno le riforme. Tre giorni dopo Gubbio, dove in pratica aveva preso le distanze su tutto dalla politica del Governo e aveva invocato più libertà di discutere all'interno del Pdl, è ancora lui, Gianfranco Fini, al centro della scena politica e dei boatos di Palazzo. Il tutto in attesa del cena con il presidente Berlusconi a cui parteciperà sabato sera, a Villa Madama, insieme ai presidenti delle camere basse del G8. Nella tarda mattinata di sabato, l'ex leader di An è intervenuto alla convention dell'Udc in corso a Chianciano Terme, accolto tra gli applausi dei militanti centristi e lì ha risposto alle polemiche e alle frecciate di questi giorni. Nel mirino anzitutto il leader della Lega: «Il vero suicidio è negare l'universalità dei diritti», ha detto il presidente della Camera, «negare che accanto alla politica dei doveri verso gli immigrati ci sia la politica dei diritti non credo sia un suicidio politico ma è il suicidio della ragione, non solo della pietà cristiana. È  nel nostro interesse ragionare su queste questioni». Bipolarismo europeo – «Più che archiviare il bipolarismo, bisogna lavorare per renderlo europeo», ha proseguito poi Fini spazzando, almeno per ora, le indiscrezioni sulla nascita a breve di un eventuale Terzo Polo insieme a Rutelli e Casini da contrapporre a Berlusconi. «Condivisione sul biotestamento» – Poi è stata la volta dei temi etici. «Auspico il superamento di quella che è la più becera, grossolana e antistorica» contrapposizione, ha detto Fini, quella «fra laici e cattolici», per poter arrivare a una legge condivisa sul biotestamento. Un po' a sorpresa,  il presidente della Camera si è messo a leggere un lungo passo del Catechismo, strappando l'applauso convinto della platea dell'Udc,  che parla delle cure ai malati terminali, passaggio in cui si sottolinea l'importanza delle cure palliative, del volere del malato e del no all'accanimento terapeutico. «Rischio discredito per le istituzioni» - Un altro passaggio importante è stato quello sulle riforme e la credibilità della politica. Per Fini c'è «un rischio di discredito delle istituzioni» e per questo ritiene necessario mettere mano alle riforme che sono «ineludibili». «Dobbiamo costruire – ha concluso - una democrazia rappresentativa e governante, altrimenti rischiamo il cortocircuito».

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