Forza Italia, Gasparri: "No alle quote rosa"

di Ignazio Stagnodomenica 9 marzo 2014
Forza Italia, Gasparri: "No alle quote rosa"
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La battaglia sulle quote rosa nell'Italicum si infiamma. Le donne di Forza Italia chiedono a gran voce che nella nuova legge elettorale vengano fissati dei parametri che garantiscano la presenza delle donne nelle liste. Ma nel partito il dibattito è aperto. Berlusconi ha affermato di non "avere pregiudizi sulle donne capilista, ma forse a questo punto bisognerebbe introdurre le preferenze", mentre Maurizio Gasparri è fermamente intenzionato a dire no alle quote rosa. Così ribadisce la sua linea in un'intervista al Corriere della Sera: "Segnalo che questa roba delle quota rosa o della parità di genere, la chiami come preferisce, nasconde comunque delle insidie... Se un partito si ritrovasse davvero costretto a candidare un certo numero di donne, quelle più modeste dal punto di vista politico rischierebbero di finire nei collegi dove il partito, magari, è più debole...". "Viva la competenza" - Poi Gasparri parla delle donne del suo partito e afferma: "In politica, come in tutte le altre attività della vita, bisogna dimostrare le proprie qualità sul campo. È questo che lo schieramento trasversale delle deputate fatica a comprendere: stanno lì a sgomitare per avere più posti in Parlamento, immaginando chissà quale automatica conquista del potere. Un errore. E le prime a saperlo dovrebbero essere proprio parlamentari come la Carfagna, come la Lorenzin, come la Meloni... Furono tutte nominate, scelte da Berlusconi, no? Beh, nel volgere di pochi mesi, dimostrando sul campo e non per grazia ricevuta d’essere valide, la Meloni, ancora giovanissima, divenne prima vice-presidente della Camera e poi ministro. Ministro divenne pure la Carfagna e una bella carriera, mi sembra, l’ha fatta anche la Lorenzin, che ora guida il dicastero della Sanità". Insomma Gasparri vuole che venga premiato il merito. E così chiosa: "Sono a favore delle donne brave e contro le quote rosa. Non mi piace questo metodo. Se noi maschi, in gruppo, andassimo a Palazzo Grazioli, saremmo subito accusati di terribile, volgarissimo sessismo...".