«È fatto divieto di utilizzare o fare utilizzare le unità immobiliari di cui si compone l’edificio ad attività di prostituzione o meretricio». «Elencare in modo chiaro ed espresso gli usi o le attività vietate. Per esempio: - adibire le unità immobiliari a sala da ballo, a sede di partiti politici, ad ambulatori medici; - svolgere nelle unità immobiliari attività rumorose…». È necessario metterlo nero su bianco, per chi amministra un condominio e, soprattutto, per chi ci vive? Pare proprio di sì. Visto e considerato che le liti condominiali rappresentano la maggior parte dei casi che arrivano persino in Cassazione. La lite tra i vicini è un classico, qualcosa che intossica la vita della maggior parte dei cittadini italiani. E con l’arrivo massiccio di immigrati la situazione rischia di aggravarsi. Liti per odori «forti» che si diffondono per i palazzi - le cucine etniche aumentano esponenzialmente - accapigliamenti per le feste fino a tarda notte... E poi un fenomeno in aumento: appartamenti trasformati in case per appuntamenti (dicitura elegante). Allora ecco l’articolo 7 del regolamento condominiale che appunto prevede di vietare «tassativamente» un uso diverso degli spazi comuni dei palazzi e gli stessi appartamenti: si potrà così provare ad evitare di trovarsi porta a porta con un ambulatorio medico, magari anche non autorizzato, o con qualcosa di molto più «invasivo» (vedi appunto casa chiusa mascherata). Il regolamento in questione è stato tradotto in più lingue per favorire l’integrazione a tutti i livelli e cercare di mediare le possibili incomprensioni tra condomini, comprese quelle dovute alla provenienza da Paesi diversi. Così è nato il regolamento condominiale multietnico di Confedilizia, la cui nuova edizione aggiornata alla riforma è stata presentata ieri a Roma. Un’iniziativa che cerca di venire incontro al sempre più crescente numero di affittuari ma anche proprietari di case stranieri. Secondo i dati Istat, infatti, all’inizio del 2013 in Italia i cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi hanno raggiunto quasi i 4,4 milioni, il 7,4% dei residenti. Otto le lingue in cui il regolamento è stato tradotto: albanese, arabo, cinese, francese, inglese, romeno, spagnolo e tedesco. Siccome spesso gli stessi italiani madrelingua fanno faticare a capire la normativa che disciplina le locazioni abitative, nel volume si trovano sintetiche spiegazioni della normativa stessa. L’idea è che così si possano anche affrontare - e possibilmente risolvere - le controversie e le incomprensioni che nascono nei sempre più diffusi condomini multietnici. Come si diceva, tra i principali motivi di litigio ci sono gli odori forti di cucina, l’utilizzo di spazi condominiali comuni e le feste fino a tarda sera. «Il condominio», ha spiegato Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, «è una realtà piccola ma che può essere fonte di molti contenziosi, come dimostrano le statistiche del numero di sentenze che arrivano perfino in Cassazione per risolvere anche piccoli contrasti. Il regolamento di condominio multietnico vuole quindi essere uno strumento di orientamento per i cittadini stranieri per far valere i propri diritti e per facilitare una pacifica convivenza nel condominio». Al convegno, legato alla presentazione del regolamento, ha partecipato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, mentre hanno illustrato il volume Vincenzo Nasini, responsabile Coordinamento condominiale Confedilizia, e Paolo Scalettaris, vicepresidente Confedilizia, rappresentanti del corpo diplomatico. Se certo esistono gli imprevisti e le difficoltà della vita in un condominio multietnico, come ha raccontanto Fausto Cirelli (presidente del Coram-Coordinamento registri amministratori di Confedilizia), amministratore di condominio da quasi quarant’anni, ci possono però essere modelli da seguire, o almeno da ammirare. Per esempio quello incarnato da Carlos Fernando Mesa Garzon, portiere colombiano di uno stabile romano, lo scorso anno premiato come «portiere dell’anno». Perché, oltre a essere definito preciso, puntuale, corretto, riservato, è stato anche capace di rendere il condominio una specie di Eden terrestre: ci organizza colazioni collettive, partite con pizza finale, grandi feste, probailmente non fino a tarda notte. Altrimenti scatta la lite. di Caterina Maniaci