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Confindustria Assoconsult, dieci punti per migliorare la Pubblica amministrazione

Agenda digitale, fondi europei, consulenze, meritocrazia: ecco dove il prossimo governo deve intervenire
di Giulio Bucchi domenica 24 febbraio 2013

2' di lettura

Ridurre la spesa pubblica per rendere possibile la crescita. Proposito spesso usato e abusato dai politici di ogni colore ma che ogni volta diventa impossibile o quasi da mettere in pratica. Per questo Confindustria Assoconsult ha presentato 10 punti per riformare la Pubblica amministrazione, dieci domande al futuro premier. Innanzitutto, serve una PA sul modello delle migliori aziende private: trasparenza nelle alternative, costi, tempi e metodi individuati con precisione, consenso e responsabilità dei manager. Altro punto: troppe leggi, troppi provvedimenti per valutare le prestazioni dei manager e gli incentivi legati ai risultati. Occorre insomma introdurre una volta per tutte il concetto di cultura del risultato, che significa meritocrazia. Tra 2007 e 2013, poi, è stato utilizzato soltanto il 25% dei fondi europei destinati all'Italia: come e in quali settori si investirà? Dall'agenda digitale alle consulenze - Una giustizia migliore, più celere e sicura, non è solo garanzia di diritto per i cittadini, ma anche strumento per attirare investimenti di imprenditori e aziende estere. Stesso dicasi per l'agenda digitale, da tradurre in digitalizzazione di archivi cartacei in grado di snellire la burocrazia. Capitolo finanziamenti. Serve più controllo, visto che nel 2011 l'85% delle spese per consulenze dela PA è stato erogato a persone fisiche, mentre sono 3.000 le società in-house partecipate dalle Amministrazioni Pubbliche: in pratica, la pubblica amministrazione fa consulenza a se stessa. In altri Paesi, come in Germania, il ricorso all'in-house è possibile solo se più economico delle alternative di mercato. In Italia un terzo delle 3.000 società partecipate dalle Amministrazioni Pubbliche ha chiuso almeno uno degli ultimi esercizi in perdita generando un disavanzo complessivo di circa 1,4 miliardi di euro. A questo punto la questione è automatica: si procederà alla privatizzazione delle società in-house? Infine, nel 2011 il Regno Unito ha investito l'1,12% del Pil in consulenza di management, la Germania lo 0,78%, la Francia lo 0,31%. L'Italia solo lo 0,20%, la media Ue è pari allo 0,57 per cento. Quanto dovrebbe investire l'Italia in attività di consulenza per riformare la Pubblica Amministrazione?

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