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Dell'Utri, il Pg: Mangano

ad Arcore per interessi mafiosi

Albina Perri
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  È cominciata poco prima delle 11 di venerdì mattina davanti alla seconda sezione penale della Corte d'Appello di Palermo la requisitoria del pg Antonino Gatto nel processo a carico di Marcello Dell'Utri, il senatore di Forza Italia accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in primo grado a nove anni di carcere. Il magistrato ha ripercorso in aula gli anni in cui venne assunto Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore, alle dipendenze di Silvio Berlusconi. La requisitoria - «Vittorio Mangano fu assunto nella tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato da Palermo fino in Brianza». Così il procuratore generale Antonino Gatto è entrato subito nel vivo della requisitoria.  Gatto ha affrontato subito il tema dello «stalliere di Arcore». «Ma davvero – si è chiesto il Pg – non fu possibile trovare in Brianza persone capaci di sovrintendere alla tenuta di Arcore? Davvero dall'estremo nord ci si dovette spostare a Palermo per trovare una persona che non conosceva la zona e le coltivazioni brianzole? In realtà – ha proseguito Gatto – non solo Mangano di cavalli e di coltivazioni non sapeva nulla: ma se guardiamo i suoi numerosissimi precedenti penali, gli interessi che coltivava erano di tutt'altra natura rispetto a quelli agricoli» Dell'Utri non è presente in aula. Ad ascoltare l'atto d'accusa del pg ci sono i difensori dell'imputato, gli avvocati Nino Mormino, Giuseppe Di Peri e Pietro Federico.

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