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Come evitare le trappole dei mercati: il vademecum sul sito di Euclidea

Tobia De Stefano
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Molti ce lo invidiano, tanti altri vorrebbero appropriarsene, parliamo del risparmio degli italiani, un tesoretto superiore ai 4 mila miliardi che rappresenta un cuscinetto di sicurezza per le famiglie. Il problema è che quelle stesse famiglie vantano anche un altro primato, questa volta meno lusinghiero: un livello di educazione finanziaria tra i più bassi nei paesi occidentali.

È da questo paradosso che è partita la Sim di gestione patrimoniale Euclidea quando ha deciso di lanciare, in piena crisi, una sorta di “vademecum per il risparmiatore evoluto”. Una sezione ad hoc che a breve sarà consultabile sul sito (www.euclidea.com) nella quale i potenziali investitori potranno trovare molti consigli utili per evitare di cadere in una delle tante trappole disseminate sui mercati. Si potrà per esempio capire quali sono le giuste domande da porre al consulente finanziario, quali rischi si nascondono dietro a strumenti complicati come i certificati e la differenza tra gli algoritmi che seguono le indicazione del gestore è quelli che invece guidano i money manager.

«In un momento così delicato - spiega a Libero l’ad di Euclidea Stefano Rossi - abbiamo visto che il traffico di utenti che navigano nel sito per informarsi si è moltiplicato. Per questo abbiamo pensato che fosse utile fornire ai risparmiatori uno strumento in più che potesse renderli consapevoli rispetto alle scelte di investimento». Ma Euclidea non è un ente di beneficenza. «Assolutamente no - continua Rossi -, siamo partiti 4 anni fa con un progetto di gestione del risparmio solo on line che ci consente di abbattere i costi, di velocizzare i processi di scelta dei prodotti e di essere trasparenti. Ovvio che se un utente ha tutti gli strumenti per capire il valore aggiunto che gli offriamo abbiamo maggiori possibilità di essere scelti. Il risparmiatore, per esempio, può rendersi conto che la media dei costi complessivi dei nostri prodotti è dello 0,94% comprensivo anche dei costi di banca depositaria contro il 2,80% del resto del mercato. Da qui il vademecum che mettiamo in rete e la pagina sull’educazione finanziaria che è già sul sito».

Il progetto di Euclidea ha di recente acquisito nuova verve e liquidità grazie all’aumento di capitale garantito dalla Micheli Associati del finanziere Francesco Micheli, dalla Drifter International degli eredi della famiglia Recordati e dal genovese Stefano Giusto. «Per noi - continua Rossi - è importante che siano entrate delle famiglie e non dei fondi che spesso ragionano in un’ottica solo speculativa. Vuol dire che credono nel nostro progetto». Va bene ridurre i costi, è corretto essere trasparenti ma poi gli investitori vogliono vedere i risultati e i mercati dopo un mese horribilis (quello di marzo) hanno ripreso a crescere. Ma ora? Cosa conviene fare?

«Mai come in questo momento - conclude l’ad di Euclidea - la competenza di money banker unita alle capacità degli algoritmi di individuare le società più performanti fanno la differenza. L’enorme mole di liquidità fornita dalle banche centrali ha rafforzato l’obbligazionario, ma è solo la capacità dei fondi attivi di scovare le società che hanno un maggior valore aggiunto (l’esempio di Netflix che è ai massimi perché con il lockdown milioni di persone restano a casa a guardare le serie è emblematico) a fare la differenza. Noi cerchiamo di individuare quali sono i migliori gestori che fanno questo mestiere e i risultati ci dicono che spesso ci riusciamo».

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