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Alberto Zangrillo, la polemica tra virologi: "Un esercizio inutile", perché la carica virale non è preoccupante

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Sta facendo molto discutere uno studio di Giuseppe Remuzzi che è molto incoraggiante sulla situazione epidemiologica dell’Italia e fa pensare che il rischio di contagio da parte di asintomatici sia ormai basso. Secondo i dati forniti dal professore, i nuovi positivi hanno una carica virale talmente limitata da non essere contagiosi. Ma è davvero così? Se lo domanda il Corriere della Sera, che nell’edizione odierna ha potuto constatare che gli scienziati consultati hanno opinioni molto differenti.

 

 

Alberto Zangrillo ha sottoscritto in pieno lo studio di Remuzzi: “Sono sulla sua stessa linea. Il dato più importante - ha evidenziato il prorettore dell’ospedale San Raffaele di Milano - è quello che deriva dalla clinica: allo stato attuale in Italia il virus non produce malattia e lo dico da fine aprile. Ma cercare di calcolare la carica virale standard sotto la quale non sei contagioso lo considero un esercizio inutile, semplicemente perché le cariche virali in circolo non sono in grado di contagiare e spero che non diventi argomento di dibattito tra virologi”.

Zangrillo appare convinto, ma lo è altrettanto Sergio Harari nell’invitare alla cautela: “È pericoloso far passare il messaggio che i soggetti positivi non siano contagiosi. Confermo che i ricoveri sono calati - ha dichiarato al Corsera il direttore di pneumologia al San Giuseppe di Milano - ma oggi non sappiamo perché qualcuno è asintomatico e qualcun altro si ammala gravemente e muore”. 

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