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Alex Zanardi, il ciclista che era dietro di lui: "Cosa ho visto", due drammatiche ipotesi

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Marcello Bartolozzi è stato sentito come testimone dagli inquirenti di Siena: chi meglio di lui può ricostruire quanto accaduto ad Alex Zanardi, visto che era il più vicino alla scena dell’incidente e quindi il più attendibile. In un’intervista rilasciata a Repubblica, il 66enne ricorda “una nuvola di frammenti. In aria volavano pezzi di non so che cosa, forse era il casco di Alex, forse parti della sua handbike, forse anche…”. Qui si interrompe, probabilmente inorridito al solo pensiero: lui era lì, in sella alla sua bicicletta, e ha visto tutto.

 

 

“È successo tutto nel tempo di un lampo - ha dichiarato Bartolozzi - forse Alex si è spaventato. Andavamo troppo forte? Ma no, andavamo a quaranta chilometri all’ora. Su una strada in leggera discesa è una velocità normalissima. Non ho ancora capito come ha fatto a sbandare. Prima di quella dannata curva a destra, Alex si trovava vicino alla linea di mezzeria della strada. Vedendo il camion arrivare forse si è impaurito. L’ho visto sterzare a destra per cercare di riportarsi al centro della nostra corsia”.

Ma l’impatto purtroppo è stato inevitabile: “La ruota sinistra della sua handbike si è sollevata da terra - racconta a Repubblica - A quel punto, per recuperare l’assetto ed evitare di ribaltarsi, ha dato una controsterzata a sinistra. Da lì in avanti, però, non è più riuscito a controllare il mezzo ed è caduto, urtando sulla fiancata del tir”. Quindi per Bartoluzzi una spiegazione dell’incidente può essere lo spavento di Zanardi per l’arrivo del camion: “Ma è anche vero che è un fuoriclasse, famoso proprio per come riesce a controllare le traiettorie in curva. Se non è stato lo spavento, allora la handbike ha avuto un cedimento strutturale. Non vedo altre cause plausibili”. 

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