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Coronavirus, il sociologo Giuseppe Roma: "Chi non sopravviverebbe a un secondo lockdown"

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Il sociologo Giuseppe Roma, per anni direttore del Censis, non vede di buon occhio l'idea della proroga dello stato di emergenza per il coronavirus. "Uno stato emergenziale duraturo non ci aiuta a ritrovare la normalità di cui abbiamo bisogno, anche se capisco che sia un provvedimento di carattere prudenziale. Se tutto diventa straordinario, sociologicamente subiamo uno stress negativo. Naturalmente, dipende da come si svilupperà la pandemia ma io preferirei che si ritornasse alla ordinarietà per gestire le difficoltà che abbiamo di fronte. Pensare di vivere ancora in emergenza indurrebbe gli italiani in condizioni di non tranquillità mentre il Paese ha bisogno di serenità per rimettersi in moto".

 

 

 

Il sociologo, in una intervista al Giorno, evidenzia poi i soggetti più penalizzati da un'emergenza 2.0. "Se si tratta solo di governance del sistema, se non dà cioè luogo a restrizioni, colpisce trasversalmente tutte le categorie. Se dovesse invece portare a provvedimenti restrittivi, i più colpiti sono gli anelli deboli del sistema produttivo: i giovani, le donne e il Mezzogiorno in genere". Infine Roma spazza via ogni pensiero su chi paventa pericoli per la democrazia. "Mi rendo conto che il governo in carica diventa un po' più stabile rispetto alle fibrillazioni della maggioranza, ma di pericoli per la democrazia non ne vedo. Però, preferirei puntare sul senso di responsabilità e sulla partecipazione civica degli italiani piuttosto che sulla costrizione". 

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