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Carabinieri di Piacenza, così Peppe Montella scoprì di essere spiato: "Bianco, non respirava più". Poi la scelta sconvolgente

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Emergono ulteriori dettagli sull'indagine di Piacenza, la Caserma degli orrori, sui Carabinieri banditi capeggiati dall'appuntato Peppe Montella. E si scopre che aveva capito tutto, aveva paura, aveva insomma scoperto che la Guardia di Finanza lo braccava. Le torture, i pestaggi, gli arresti illegali e soprattutto lo spaccio. E quando si è reso conto di essere circondato dalle microspie, "era bianco pallido e non respirava più". Così Matteo Giardino alla fidanzata di Montella: era stato proprio Giardino a fargli sapere che era indagato. Si tratta del carrozziere, anche lui arrestato, a cui Montella aveva portato la sua auto, una Audi, per delle riparazioni. 

 

Mentre lavorava sull'auto, Giardino ha sentito che dai bocchettoni dell'aria condizionata proveniva uno strano rumore: all'interno ci trovò le microspie installate dalle Fiamme Gialle. E quando informò Montella, questo capì tutto: "È un casino", disse. E non sbagliava. E dà fuori di testa: "Lo ammazzo", dice riferendosi proprio a Matteo, convinto che fosse lui col fratello Daniele al centro dell'indagine per i traffici di droga. "Ma cosa fai? Guarda che tu fai il carabiniere. Paghi per due", gli rispondono. Da quel giorno, aggiunge la madre, Montella diventò nervosissimo, intrattabile, fece bonificare le auto e informò i suoi sodali di essere spiato. Ma ormai era troppo tardi. E nonostante questo proseguì nei loschi traffici, brigando per trovare nuove modalità per condurli.

 

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