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Teresa Bellanova, la sanatoria per i migranti è una presa in giro: quanti irregolari hanno fatto richiesta

Attilio Barbieri
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Siamo strapieni di frutta e uva da raccogliere. Ma non c'è nessuno che lo faccia. Mancano gli stagionali che per decenni hanno lavorato fianco a fianco con gli agricoltori per raccogliere i frutti della terra e garantire l'approvvigionamento a distribuzione e cantine. Quest' anno arrivano col contagocce: le restrizioni per il Covid hanno di fatto bloccato i corridoi verdi da Romania e Bulgaria, i due Paesi che, da soli, assicuravano la maggior parte della manodopera necessaria alla raccolta e alla vendemmia. Ora l'emergenza è conclamata. Ci sono 2 miliardi di chili di mele sugli alberi che aspettano di essere raccolte e nelle vigne i grappoli iniziano a maturare, per una vendemmia che si annuncia prodiga con una produzione di vino made in Italy attorno ai 45 milioni di ettolitri. La carenza di manodopera certifica definitivamente il flop della sanatoria della ministra Teresa Bellanova. Al 31 luglio erano pervenute appena 148.594 domande di regolarizzazione degli immigrati per ottenere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Di queste domande soltanto 19.875 riguardavano posizioni lavorative dei comparti agricoltura e pesca.

Mentre la Bellanova posta su Twitter la foto di compleanno davanti alla villa in Puglia («Da oggi sono una ragazza di 62 anni. Mi state inondando di messaggi di auguri per il mio compleanno: non posso che dirvi grazie di cuore»), mancano decine di migliaia di stagionali. Solo in Toscana ne servirebbero subito 5mila per la vendemmia. La Coldiretti chiede di estendere subito i tamponi ai lavoratori nei campi provenienti dall'estero, in modo da evitare la quarantena di due settimane che di fatto blocca i corridoi verdi dai Paesi dell'Europa orientale. I tamponi rapidi vengono utilizzati finora nelle province autonome di Trento e Bolzano, dove sono già all'opera diverse migliaia di stagionali. Ma nel resto d'Italia i grappoli e i frutti rischiano di appassire sulle piante. «Da nord a sud della Penisola la vendemmia parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso - sottolinea la Coldiretti - che prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e si conclude addirittura a novembre con la raccolta dei grappoli di Aglianico e Nerello su 658mila ettari coltivati a livello nazionale.

 

 

 

Con l'impiego di circa 180mila lavoratori stagionali inseriti in una filiera produttiva che vale almeno 11 miliardi». E proprio la Coldiretti, col presidente nazionale Ettore Prandini, aveva raffreddato i facili entusiasmi di chi aveva accolto la sanatoria della Bellanova come la panacea capace di risolvere tutti i problemi di manodopera del settore. E i numeri lo confermano: su un fabbisogno di 180mila stagionali ci sono state meno di 20mila regolarizzazioni di extracomunitari. «La sanatoria era una questione di carattere ideologico», spiega a Libero Prandini, «non certo un'esigenza del mondo agricolo. Una questione basata su un equivoco gigantesco: che il mondo agricolo viva di caporalato. Mentre non è così. Lo sfruttamento della manodopera è limitato a mille, millecinquecento aziende, grazie anche al lavoro svolto con le forze dell'ordine che mettono in campo perfino i droni per scovare i furbi. Oggi è quasi impossibile farla franca». Per garantire la manodopera necessaria, serviva ben altro. Dice sempre Prandini: «La soluzione più facilmente percorribile era quella dei voucher, come abbiamo detto subito noi di Coldiretti. Si poteva mettere immediatamente al lavoro 25mila fra disoccupati, cassintegrati e studenti, evitando fra l'altro di perdere il 40% dei raccolti di ortofrutta primaverile. E per i corridoi verdi abbiamo chiesto al governo mesi fa accordi con Romania e Bulgaria, da dove arriva la manodopera agricola qualificata con un doppio test: il primo nel Paese di partenza e il secondo all'arrivo in Italia. Non se n'è fatto nulla e ogni giorno la situazione si fa più critica».

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