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Viviana Parisi, il dettaglio decisivo: "Aveva tentato il suicidio a giugno, dove stava andando davvero con Gioele"

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Viviana Parisi aveva tentato il suicidio a fine giugno scorso. Lo scrive il Corriere della Sera, secondo cui l’omicidio-suicidio è l’ipotesi investigativa più accreditata da quando sono stati ritrovati i resti di Gioele Mondello, il figlio di 4 anni della donna. Quest’ultima aveva detto al marito che sarebbe andata a Milazzo a comprare delle scarpe per il bambino, e invece voleva raggiungere un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo per buttarsi giù insieme al figlio. Il telefono lasciato a casa potrebbe essere un elemento importante: rientra in una mossa studiata a tavolino? Magari per evitare di essere localizzata.

Di certo c’è che l’incidente autostradale in galleria le ha fatto cambiare idea e che Viviana già soffriva da tempo di paranoie e crisi mistiche, come certificato dall’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto lo scorso 17 marzo. Poi a fine giugno, in coincidenza del tentativo di suicidio della donna, è stato compilato un secondo certificato che attestava problemi mentali: gli inquirenti stanno cercando di capire perché Viviana tenesse tali documenti nel cruscotto della sua auto. Secondo la ricostruzione più attendibile, la donna avrebbe ucciso Gioele, forse per strangolamento (lo chiarirà l’autopsia), poi lo avrebbe adagiato in un fosso, ricoprendolo di sterpaglie e pietre: non una vera sepoltura, e questo spiegherebbe sia perché le scarpe della donna erano sostanzialmente pulite sia perché i resti del corpo del bambino sono stati trascinati dagli animali.

 

 

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