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Paolo Berizzi, la replica di Don Fasani terremota la Rai: "Verona razzista? Lo sono quelli come lui"

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"Le generalizzazioni sono la peggior forma di razzismo. Un principio che vale per tutti, anche per Paolo Berizzi". Don Bruno Fasani, prefetto della  Biblioteca Capitolare di Verona, volto televisivo di Rai1, replica alle accuse di razzismo del giornalista di Repubblica nei confronti della città scaligera lanciate su Twitter. Il giornalista, dopo le tante critiche ricevute, ha rimosso il tweet lo ha sostituito con un altro, molto più morbido, offrendo poi anche le sue scuse. "Conosco bene la mia città. È vero che ci sono frange estremiste, questo è un dato pacifico, ma non mi piace che si metta la giacchetta nera a una comunità intera. È un giochino che non funziona, non con me almeno", replica invece Don Fasani in una intervista al Giornale.

 

 

 

"Verona è moderata, in fondo non ha mai smarrito la sua anima democristiana. Ma attenzione: una Dc vicina alle istanze popolari. Tutti evocano quattro nazisti e si dimenticano di tutto il resto. Verona è una delle capitali del volontariato in Italia. C'è l'Opera don Calabria, ci sono i Comboniani, c'è la Diocesi con le sue molteplici iniziative e ci sono i francescani che quotidianamente garantiscono centinaia di pasti ai senzatetto. Non credo che un manipolo di fanatici possa sporcare la nostra identità; spiega il prete veneto. Che alla fine ricorda anche la possibile strumentalizzazione di certi episodi di cronaca. "Vent' anni fa, Verona fu sconvolta dalla vicenda del professor Luis Marsiglia. Lui sosteneva addirittura di essere stato picchiato perché ebreo. Tutte le tv accorsero e si montò un indecoroso caso nazionale. Ricordo le dirette di Santoro, forse per un mese intero, e gli inviati dei programmi più accreditati che sgomitavano per le vie del centro storico. Tutti a dipingere l'anima nera di una città irredimibile. Poi un bel giorno l'esimio professore, con l'aureola del martire, ammise di essersi inventato tutto. Niente botte. Niente persecuzione. Niente di niente. Però la leggenda nera della città delle SS e dei bombaroli piace, è suggestiva, fa presa", conclude.

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