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Verbali Cts, le famiglie delle vittime di coronavirus: "Oltraggio al pudore"

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"Non erano secretati, erano solo riservati". Così il premier Conte sugli atti delle 95 riunioni del Comitato tecnico scientifico nell'emergenza Covid-19. Ora che le carte (omissis a parte) sono divenute pubbliche, esplode l'indignazione dei familiari delle vittime. Noi Denunceremo, l'associazione dei parenti dei morti nella Bergamasca, diffonde ieri un comunicato di fuoco. "Riteniamo che i contenuti dei documenti emersi, particolarmente quelli che anticipano il lockdown nazionale, denotino che chi ha ammazzato la nostra gente non siano stati il nemico invisibile o il virus assassino. Ci chiediamo - proseguono - come si possa arrivare alla terza settimana dalla dichiarazione dello Stato di emergenza senza avere una cernita completa dei letti a disposizione negli ospedali, particolarmente nelle terapie intensive. O come si possa aver pensato che non fosse necessario tracciare gli asintomatici. Non siamo stati di fronte a una pandemia, ma all'ennesimo caso di malagestione italiana. Ci siamo a lungo chiesti perché si sia deciso di tenere degli atti pubblici secretati per cosi tanto tempo. Ora abbiamo una risposta".

 

 

Nel mirino, scrive il Giornale, ci sono i verbali della seduta del 24 febbraio, quando il Comitato esprime parere negativo a una campagna di tamponi su larga scala, quando viene bocciata l'ipotesi di fare scattare la zona rossa intorno ai comuni di Alzano e Nembro, in Val Seriana: una scelta che si rivelerà catastrofica. La pubblicazione dei verbali del Cts arriva nel giorno in cui i corpi di due anziani coniugi della Bergamasca, Renzo e Rita, uccisi dal virus a cinque mesi di distanza, possono essere finalmente riuniti nello stesso loculo. E la figlia Adriana scrive: "Abbiamo lottato prima contro il covid, poi e peggio contro i mulini a vento della burocrazia e dell'indifferenza di questo Stato". 

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