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Alberto Zangrillo a L'aria che tira, il coronavirus a scuola: "Il vero pericolo? Clima di psicosi e chiusure"

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Più dei focolai di coronavirus nelle scuole, Alberto Zangrillo è in ansia per il "clima di psicosi" che si respira in queste ore. Lunedì 14 settembre riaprono gli istituti, già dipinti come "bombe epidemiologiche" e a L'aria che tira speciale Notte prima degli esami Myrta Merlino, dopo aver ascoltato i pareri di genitori e professori, passa la parola al professore del San Raffaele. "Lei mi sta esponendo a uno sforzo intellettuale sovrumano, è un argomento che non è il mio e devo fare affidamento al buon senso", premette il primario di rianimazione, noto per le sue posizioni "ottimistiche" sull'epidemia. 

 

 

 

"Alla signora preoccupata dalla linea di contagio tra i suoi quattro figli, dico che bisogna sdrammatizzare. Capiterà prima o poi che uno dei suoi figli manifesti i sintomi del contagio, noi dobbiamo avere un riferimento medico e dobbiamo 'stanare' i medici. Ogni superficie di contatto è terreno potenziale per il contagio di virus, ma lo scambio tra ragazzi a scuola può essere ordinato, seguendo le linee del distanziamento e dell'igiene delle mani. Il rischio non si azzera, ma dobbiamo stare lontani dalla psicosi. Non credevo che ci fosse questo livello di preoccupazione, ho paura che si crei un clima di psicosi che ci fa chiudere per altre ragioni. Sarebbe la cosa peggiore.

 

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