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Giustizia, concorso "beffa" per mille operatori giudiziari: il sindacato Confsal Unsa fa ricorso

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Concorso beffa per mille operatori dell'amministrazione giudiziaria. Questa l'accusa del sindacato Confsal Unsa, che ha già annunciato il ricorso. Il bando è comparso sulla Gazzetta Ufficiale di ieri: assunzione a tempo determinato (24 mesi) di 1.000 unità di personale con il profilo di operatore giudiziario, area seconda, fascia economica F1. Tra i requisiti di ammissione è previsto il possesso di uno dei seguenti titoli: aver completato il periodo di perfezionamento presso l’Ufficio del Processo dl/90/2014; aver completato il tirocinio formativo dl 98/2011 o il tirocinio dl 69/2013; aver svolto attività di tirocinio per almeno un anno presso gli uffici giudiziari; essere stati volontari nelle FF.AA. in FB o FP o aver completato senza demerito servizio negli Ufficiali di complemento.

 

Secondo la Confsal Unsa la procedura prevista scontenterà tutti. "In primis - si legge in una nota - penalizza il personale interno, appartenente alla figura professionale di Ausiliario, che da dieci anni legittimante attende il concorso riservato, peraltro già finanziato con il FUA, per il passaggio ad Operatore Giudiziario. In secondo luogo, gli stessi beneficiari che sono stati sfruttati per anni da uno Stato caporale, con retribuzioni di 400 euro al mese e promesse di assunzioni a tempo indeterminato. Infine, nega ai cittadini italiani, ancorché in possesso dei titoli di studio previsti dal CCNL, la partecipazione al concorso pubblico". In definitiva, secondo il sindacato "viene spacciato per concorso pubblico esterno un raffazzonato bando, tagliato su misura, con riserve e punteggi ad hoc, che vorrebbe consentire assunzioni in maniera pressoché diretta". Per tali ragioni, la Confsal Unsa ha conferito mandato all’avvocato Antonio Mirra per impugnare il concorso.

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