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Dpcm 16 gennaio, il colpo di spugna del governo sulle promesse fatte: regioni in zona rossa e nuove chiusure, cosa cambia

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Nuovo Dpcm dal 16 gennaio, le indiscrezioni riferiscono di un colpo di spugna sulle "aperture alla normalità annunciate nei giorni delle feste natalizie". La curve dei contagi viene giudicata dai tecnici del Cts ancora "fuori controllo" e per questo il governo dpo aver abbassato l'indice dell'Rt che stabilirà le fasce colorate delle regioni, introdurrà la zona rossa per le aree in cui si registrano più di 250 contagi da Covid ogni 100mila abitanti. Secondo l'Istituto superiore di sanità, l'incidenza "sopportabile" è di 50 casi ogni 100mila abitanti, l'unica che garantisce "il completo ripristino sull'intero territorio nazionale" del contact tracing. Alla luce dell'attuale situazione, il Veneto sarebbe dunque rosso, e l'Emilia Romagna ad alto rischio. Ma i bollettini, secondo gli esperti, nei prossimi giorni peggioreranno perché fotograferanno la situazione successiva ai possibili focolai dei cenoni clandestini di Natale e Capodanno.

 

 

 

L'appunto delle regioni è noto: il nuovo Dpcm penalizzerebbe chi ha un alto numero di tamponi eseguiti, ma il governo non pare avere intenzione di tornare indietro. Confermato il divieto di spostamento tra le Regioni, comprese quelle in zona gialla, coprifuoco alle 22, proroga dello stato d'emergenza fino a marzo, bar e ristoranti aperti solo in zona gialla e fino alle 18, e sempre in zona gialla sono consentite le visite ad amici e parenti ma una sola volta al giorno e per un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni). In vista anche la proroga della chiusura degli impianti di sci, che avrebbero dovuto riaprire il 18 gennaio. Unica nota lieta (per pochi): l'istituzione di una nuova zona bianca nelle zone con Rt sotto 0,5. Al momento, utopia.

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