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Coronavirus, l'epidemiologo Cislaghi: "Troppe zone gialle ripristinate". Lo "sciame" che ci riporterà in zona rossa?

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Da oggi quasi tutta Italia è in zona gialla, quella con meno restrizioni. In arancione sono rimaste solo Sicilia, Sardegna, Puglia, Umbria e Provincia di Bolzano. Tuttavia già sabato, qualche ora dopo l'annuncio del passaggio nella fascia gialla, sembra ci sia stato il "libera tutti". Non sono mancate, infatti, le polemiche per le strade affollate dell'ultimo weekend. Fiumi di persone si sono riversate in strada per passeggiare e fare shopping. Subito in allarme il ministro della Salute Roberto Speranza: "La zona gialla non significa scampato pericolo, serve ancora la massima prudenza se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane".

 

 

 

Secondo gli esperti dell'Associazione italiana di epidemiologia, poi, è sbagliato ripristinare tante zone gialle tutte insieme. "La percezione dei cittadini è che la paura sia passata. A me quegli sciami di persone all’aria aperta mettono timore", ha detto l'epidemiologo Cesare Cislaghi in un'intervista al Corriere della Sera. E ancora: "È troppo presto per togliere alle regioni il rosso e l’arancione". Secondo Cislaghi, il ministero della Salute avrebbe dovuto prendere in considerazione non l'indice di contagio Rt, ma l'indice Rdt utilizzato in Germania dall’istituto Robert Koch, che si chiama numero di riproduzione e viene calcolato sui nuovi positivi. Con quell'indice, "avremmo potuto verificare che nello stesso
giorno in cui è stato firmato il decreto, il valore è tornato sopra l’unità dopo 13 giorni in cui si era mantenuto costantemente al di sotto", ha continuato l'epidemiologo.

 

 

 

"Sia l’incidenza media giornaliera dell’ultima settimana, 24-30 gennaio, sia il rapporto tra questa e l’incidenza della settimana precedente, appunto l’Rdt, non sembrano concordare con le decisioni prese - ha spiegato Cesare Cislaghi al Corriere -. Tredici regioni hanno questo indice di replicazione superiore ad uno e quasi tutte le rimanenti, tranne Valle d’Aosta e Sicilia, lo hanno comunque in crescita". Secondo lui, quindi, è sbagliato far passare così tante Regioni in fascia gialla: "In questo momento in cui l’andamento dell’epidemia sembra contenuto ma, contemporaneamente, si manifestano i primi segnali di una nuova crescita di contagi, preoccupa una scelta che potrebbe dare alla popolazione l’ennesima, falsa impressione che tutto stia finendo".

 

 

 

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