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Vaccino, mancano anche gli ingredienti: drammatico fallimento dell'Europa sul coronavirus, scenari drammatici

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Partiamo da un esempio. Il Cile è povero e non produce vaccini: li fa arrivare in aereo dal Belgio, che si trova a circa 12mila chilometri di distanza. Eppure in percentuale il Paese sudamericano ha immunizzato il doppio degli abitanti rispetto alla media dell'intera Ue. Come mai? La risposta forse l'ha trovata il ministro tedesco Scholz, che l'altro giorno ha definito il piano europeo contro il Coronavirus «un'autentica me». Le cose a Bruxelles non stanno andando bene: ieri mattina la commissaria Ursula Von der Leyen ha illustrato all'Europarlamento i progressi sulla lotta al Covid. 

 

L'ultima notizia è che aumentare la produzione di farmaci sta diventando complesso, perché abbiamo difficoltà perfino a reperire le materie prime. Mancano delle molecole sintetiche necessarie per consentire alle fabbriche di potenziare le linee e in questi mesi nessuno ha pensato che tutto ciò potesse accadere. «Forse abbiamo sottostimato la difficoltà della produzione di massa», ha detto la Von der Leyen. Ci si sta attrezzando per far partire nuovi impianti come Mario Draghi ha detto nel corso dei colloqui con i partiti per la formazione del governo. Alcuni anche in Italia. Ci sono problemi tecnici inaspettati che, però, stanno rallentando le operazioni. 

SCONTRO CON LE REGIONI
E non è tutto. Pur non riuscendo a garantire l'approvvigionamento di medicinali, la commissione sta lavorando anche per ostacolare quanti all'interno della comunità stanno cercando di risolvere la questione per conto proprio. Il riferimento è al Veneto, che da qualche giorno ha avviato delle trattative parallele, probabilmente con Pfizer e Moderna. L'Europa boccia il progetto: «La base della strategia dei vaccini Ue è di negoziare insieme, perché questo rimetterebbe in questione la forza e l'efficacia della nostra strategia». In pratica, il timore è che scateni una corsa all'accaparramento con conseguente rialzo dei prezzi. Il problema, però, è che se non sarà l'Europa a muoversi, sicuramente lo farà qualcuno al di fuori del continente, come peraltro già sta avvenendo. Non è un caso se gli Emirati Arabi Uniti stanno stracciando tutti (Israele escluso) nella corsa all'immunità. Per non parlare di un altro fatto: quando è stata la Germania a comprare separatamente da Pfizer nessuno si è sognato di fiatare. 

 

AVANTI COSI'
Luca Zaia, comunque, non ha alcuna intenzione di mollare il colpo: le trattative della sua giunta vanno avanti. Il Veneto sta facendo cartello con altre due regioni italiane, Emilia e Campania. «Abbiamo persone disperate che ci telefonano perché vogliono essere vaccinate e qualcuno dice che è una fuga in avanti? Non ho parole», ha detto Zaia. Tutto però, sarà fatto «solo con l'accordo del governo». Sicuramente, però, si aprirà un conflitto con Bruxelles. «Immaginate cosa sarebbe accaduto se solamente alcuni Paesi dell'Unione avessero avuto accesso ai vaccini mentre gli altri no. Sarebbe stato un disastro per il mercato unico e una reale minaccia all'unità dell'Ue», ha ribadito ieri sera la Von der Leyen. La politica tedesca nel suo discorso di ieri mattina ha sostanzialmente ammesso una lunga lista di errori fatti in questi mesi da parte della sua commissione. «Siamo arrivati in ritardo nel concedere le autorizzazioni. Siamo stati troppo ottimisti sulla produzione di massa. E forse abbiamo anche dato per scontato che le dosi ordinate sarebbero arrivate in tempo». 

Nel Pd, invece, festeggiano perché «la Von der Leyen ha citato l'Italia tra gli esempi positivi per l'andamento delle vaccinazioni». Certo, se i vaccini sono pochissimi somministrarli diventa molto semplice. Tra le fregature da mettere in conto alla Ue c'è anche quella che riguarda la Johnson&Johnson. L'industria farmaceutica ha realizzato un prodotto che verrà presto autorizzato e che è molto atteso perché richiede una sola iniezione: niente richiamo. L'azienda, che ha un ricco contratto con l'Europa, ha però ottenuto dalle istituzioni comunitarie il permesso di completare riempimento e rifinitura delle fiale contenenti le dosi, negli Stati Uniti. Non va dimenticato, però, che gli Usa hanno ancora in vigore un divieto all'esportazioni di vaccini e che già qualche mese fa la Casa Bianca aveva provato a bloccare l'uscita dal Paese di mascherine e respiratori diretti in Europa. E l'amministrazione Biden non sembra aver minimamente cambiato linea per quanto riguarda il Covid: per Washington prima di tutto vengono gli americani.

 

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