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Inps, il palazzo romano abbandonato da 10 anni e pagato con i soldi delle pensioni degli italiani

Sandro Iacometti
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Guardandolo a distanza si potrebbe anche cadere in errore. Arrivando da via Agostino Magliani l'edificio costruito al centro di un gruppo di palazzine può essere scambiato per uno dei tanti centri commerciali disseminati ad ogni angolo del Paese. E in effetti lo era. Solo che adesso è completamente abbandonato. E tutto intorno c'è una recinzione metallica con numerosi cartelli che avvertono gli incauti che dovessero avvicinarsi del pericolo di crollo. È questo, uno stabile fatiscente e pericolante, quello che resta dell'investimento fatto dall'Inps coi soldi dei pensionati. Uno dei tanti, qualcuno stima che solo nella Capitale ci siano diverse migliaia di immobili inutilizzati, messi a segno negli anni dall'istituto ora guidato da Pasquale Tridico.

 

 

 


 

 

Lo stabile che si trova in via Magliani 15, al confine tra i quartieri Trullo e Corviale a Roma, è oggetto di numerose segnalazioni da parte di residenti ed esponenti di Fratelli d'Italia: abbandonato da 10 anni potrebbe anche nascondere pericoli per la salute dei cittadini, che invece ornano i loro balconi con i fiori Il monumento all'inefficienza dello Stato, che centinaia di residenti sono costretti a rimirare ogni giorno dalle proprie finestre, per non dimenticare, si trova in località Colle del Sole. Una zona residenziale di Roma situata al confine tra due quartieri popolari nella parte Sud-Ovest della Capitale, il Trullo e il Corviale. Quest' ultimo conosciuto in tutta Italia per il terrificante esperimento di edilizia sociale realizzato negli anni Settanta: il famigerato Serpentone. Un chilometro di cemento dove, secondo i sociologi di sinistra, gli abitanti sarebbero vissuti uno schiacciato all'altro in perfetta armonia, ma che è rapidamente diventato il regno di emarginati e disperati che hanno fatto fuggire chi aveva la possibilità di farlo. Gli altri, con dignità e determinazione, hanno cercato di sopravvivere. In attesa di un piano di recupero di tutto il complesso che numerose associazioni, con l'aiuto delle autorità locali, stanno cercando di realizzare. Nell'area dove sorge l'ex centro commerciale si respira un'altra aria. Molte palazzine sono in cortina, i balconi sono pieni di fiori, il verde non manca e non si ha la sensazione di doversi guardare le spalle mentre si cammina. A rovinare il clima ci ha pensato l'Inps.

 

 

 

 

 

Per l'ente di previdenza l'immobile di due piani, con ampie vetrate a specchio e un grosso impianto di riscaldamento ed aerazione a vista che campeggia a Colle del Sole, è solo una riga sulle circa 27mila (anche se dall'istituto ora sostengono che si è scesi a 26mila) che compongono il faldone sul patrimonio immobiliare del 2019, l'ultimo disponibile: «Via Magliani 15, ufficio strutturato ed assimilabili, non utilizzato». Ma per chi tutti i giorni vive lì è qualcosa di più. All'inizio, spiega la signora Lilli, che abita di fronte allo stabile, «aveva aperto un supermercato Sir, poi è arrivata la Conad, infine il nulla». L'immobile, malgrado le proteste dei residenti, è abbandonato da circa (nessuno ne ha più esatta memoria) 10 anni.

Il caso amianto - Nel 2015 scoppia il caso amianto. Tra i primi a sollevare il problema c'è Marco Palma, di Fratelli d'Italia, consigliere storico dell'XI Municipio. A forza di interrogazioni ed ordini del giorno, si muove la presidente della Commissione Lavori pubblici del parlamentino territoriale, Giulia Fainella, che scrive all'autorità sanitaria locale e al comando di polizia per «verificare la consistenza di amianto eventualmente presente e l'indice di degrado». Nessuno interviene. L'esponente di Fratelli d'Italia, però, non si dà per vinto e qualche anno dopo riparte all'attacco. Non solo denunciando il degrado urbano. Già, perché accanto al danno al quartiere c'è anche quello ai conti pubblici. Possibile che l'Inps debba tenersi sul groppone immobili inutilizzati che portano solo guai ai luoghi che li ospitano invece di ricavarne qualche quattrino che aiuterebbe i traballanti bilanci dell'ente? È con questo pensiero che nel 2019 Palma, oltre a tornare a battagliare in Municipio, invia anche una segnalazione alla Corte dei Conti.

«Non è possibile dover subire riforme pensionistiche peggiorative quando poi ci sono degli immobili che potrebbero essere messi a reddito», dice. Oggi, nel 2021, tutto è rimasto uguale. Anzi, la situazione, col passare degli anni, è peggiorata. Anche perché le piccole catene che di tanto in tanto qualcuno, presumibilmente incaricato dall'Inps o dalle autorità locali, appone agli ingressi non costituiscono davvero un problema per chi vuole accedere all'interno dell'edificio. «A volte», ci spiega Palma, «i lucchetti neanche sono della proprietà, ma di qualche criminale che controlla la zona. Impossibile saperlo. Ma di sicuro il centro commerciale è diventato il rifugio di sbandati e tossici che vengono qui a fare i loro comodi». Insomma, invece di una risorsa per alimentare i flussi miliardari (mai sufficienti) di prestazioni ad anziani, disabili e disoccupati l'immobile è diventato fonte di pericolosità sociale, di degrado urbano e, forse, anche di rischi per la salute dei residenti. Meglio di così, era davvero difficile fare.

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