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Vaccino, clamoroso a Firenze: "Ci vediamo in tribunale", il figlio trascina alla sbarra mamma e papà

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Massimo Sanvito
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Figli contro genitori. Liti furibonde. Accuse reciproche. Prese di posizione nette e incolmabili. E non c'entra nulla l'ultimo modello di smartphone oil vestito alla moda lanciato sui social dall'influencer di turno. Né il permesso ad andare in vacanza con gli amici in qualche località dallo sballo facile né il motorino nuovo. Qui, il livello del discorso si alza e la richiesta dei pargoli (minorenni) a mamma e papà racchiude un senso di responsabilità non indifferente. I ragazzi chiedono di vaccinarsi ma sbattono contro il muro no-vax degli adulti. Che fare? Con l'apertura della campagna di massa, i casi iniziano a spuntare come funghi dopo la pioggia.

A Firenze, un liceale 17enne ha detto chiaro e tondo che - se necessario- arriverà fino al Presidente della Repubblica per far valere la propria volontà. Che è unti po tosto lo si intuisce dal fatto che abbia già compilato per conto suo il testamento biologico (solo indicativo e non legale, appunto perché minorenne) e che abbia contattato un avvocato attraverso i suoi insegnanti per rivendicare il diritto a vaccinarsi. Vuole andare fino in fondo, costi quel che costi: sarà un giudice a decidere se potrà scegliere autonomamente di ricevere il siero oppure se vale di più il giudizio dei suoi genitori (non sposati). E ancora, ad Arezzo, un altro ragazzo minorenne si è visto negare da mamma e papà (quasi divorziati) la firma sul consenso informato per permettergli di presentarsi al centro vaccinale. A tirare le fila è l'Ami, l'associazione degli avvocati matri monialisti italiani convenzionata con il Ministero dell'Istruzione, attraverso Gianni Baldini, presidente dell'area Toscana, che ha confermato il moltiplicarsi dei contenziosi tra genitori e figli sulla vaccinazione anti -co vid. L'iter, in casi come questi, è abbastanza tortuoso. «In assenza di strumenti diretti direi che la miglior strada sarebbe quella dell'istituto scolastico o di un'altra istituzione vicina al minore che potrebbe attivare il Servizio sociale territoriale affinché avvii un ricorso innanzi al Tribunale competente.

 

 

Analogamente la procedura potrebbe essere attivata rivolgendosi al Garante dell'infanzia e dell'adolescenza», spiega l'avvocato Baldini. Tra le altre modalità da poter seguire c'è l'Ufficio Interventi Civili della Procura minorile per cristallizzare la volontà del minore e metterla a verbale, consentendo quindi ai giudici di chiedere l'apertura di un procedimento presso il Tribunale per i Minorenni che, a sua vol ta, in seguito deve nominare un curatore speciale per sostenere il ragazzo nel processo. È chiaro che sotto i 18 anni la responsabilità sui figli sia dei genitori ma è altrettanto vero che esistono carte internazionali, dalla Convenzione di New York a quella di Strasburgo fino alla Costituzione Europea, che dicono espressamente che sopra ido dici anni il pare redel minore deve essere ascolta to. Di più: ci sono tre sentenze, due del 2017 e una del 2018 rispettivamente a Napoli (Corte d'Appello), Roma e Milano, che hanno confermato un orientamento "scientifico" in tema di vaccini.

 

 

 

 

Tradotto: se c'è un concreto pericolo per la vita o la salute del minore e ci sono dati univoci e concordati che la vaccinazione risulti efficace, il giudice potrà "sospendere" momentaneamente la volontà del genitore contrario alla puntura. Intanto, è scoppiata la bolla tra i camici bianchi no-vax. Le aziende sanitarie regionali hanno attivato la macchina delle sospensioni per i medici, gli infermieri e gli assistenti socio -sanitari - oltre 45.000 - che continuano a opporsi alla vaccinazione, pur essendo prevista per loro l'obbligatorietà. «I medici non vaccinati non sono più dello 0,2%, pari a circa 200/300. Tuttavia, i medici non possono non vaccinarsi poiché è inammissibile che i luoghi di cura possano trasformarsi in luoghi di potenziale contagio epidemico», ha detto Carlo Palermo, segretario del sindacato Anaao-Assiomed.

 

 

 

 

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