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Green pass, il rebus sui posti di lavoro: "Impossibile fare un censimento", ecco cosa può accadere

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Da una parte le organizzazioni sindacali, dall'altra il governo. In mezzo, oggetto di contesa, il Green pass. O meglio, la sua obbligatorietà sui posti di lavoro. Necessaria per i trasporti a lunga percorrenza, per i bar e ristoranti e per l'università, la certificazione verde dei fare ora i conti con le opposizioni. Cgil, Cisl e Uil rifiutano la proposta del governo, al punto che i tecnici confermano che le trattative "sono bloccate, non ci sono idee". Il tema infatti è delicatissimo ed è il quotidiano La Repubblica a elencare solo alcuni dei tanti nodi; ci sono i rapporti tra datore di lavoro e sindacati, quello della tutela della privacy dei dipendenti, quello della responsabilità delle aziende nel garantire le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

 

Ad aggiungersi al tutto- e questo uno dei dati che più preoccupa il governo - è proprio nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni che si addensa la maggior parte dei lavoratori attivi, ma solo il 57,61 per cento ha concluso il ciclo vaccinale anti-Covid con due dosi o con la monodose di Johnson& Johnson. Se si intrecciano i dati dei vaccini con quelli dell'occupazione, infatti, i punti interrogativi crescono. Così come aumenta il divario tra favorevoli e contrari. Inoltre risulta ancora complesso sapere quanti occupati sono già protetti e quanti no.

 

 

Il motivo è semplice: è impossibile fare un censimento diretto in uffici e aziende per non violare la privacy. Ma, stando ad alcune prime stime, all'appello potrebbero mancare 2 milioni di lavoratori da indennizzare. Dietro ai timori delle sigle sindacali c'è il sospetto che gli industriali abbiano interesse a ridurre alcuni costi: da quello della sanificazione degli ambienti di lavoro a quello per il ricorso al tampone. Dalla loro parte anche il centrodestra: "Occorre buon senso per tenere insieme salute e lavoro. Diritto alla vita e diritto al lavoro", sono state le parole del leader della Lega Matteo Salvini.

 

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