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Afghanistan, lo strazio dei genitori del maresciallo Lorenzo D'Auria sequestrato dai talebani: "Nostro figlio morto per niente"

I funerali di Lorenzo D'Auria

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Mario D'Auria e la moglie Angela sono i genitori di Lorenzo, maresciallo capo della Folgore, agente del Sismi inviato in Afghanistan nell'ambito della missione Isaf, sequestrato dai talebani il 22 settembre 2007 e morto durante il blitz per la sua liberazione. Aveva 33 anni. "Avevamo la casa piena di ufficiali, ci dissero che Lorenzo era morto, ma non abbiamo mai saputo come", ricordano in una intervista a Il Giorno. "E oggi per noi, vedere in tv le immagini della presa di Kabul, è uno strazio. In Afghanistan sono stati anni di guerra andati a vuoto, nostro figlio è morto per niente".

 

 

 

"Ci vengono i brividi a vedere quelle scene", dicono dopo il ritiro degli occidentali e la caduta dell'Afghanistan nelle mani dei talebani. "È doloroso guardare la televisione, ma vogliamo restare aggiornati sulle sorti di quel Paese dove nostro figlio aveva scelto di andare in missione. Anche se poi sale la rabbia perché ci sembra che nostro figlio, come altri caduti, sia morto per niente. È stata una guerra inutile".

 

 

 

E ancora, attaccano: oggi Lorenzo "sarebbe deluso, lui ci teneva a quel popolo. Si era fatto crescere la barba e a volte vestiva come loro. Quando telefonava, ci diceva che i bambini afghani lo circondavano e gli facevano le feste. Lui amava i bambini e infatti ne aveva tre. E fateci dire una cosa... Nostro figlio si è sposato mentre era in coma al Celio (in articulo mortis, ndr) e ciò ha permesso a mia nuora di avere un contributo per crescere i tre bambini che oggi sono ragazzi. Ma non è abbastanza, per i miei nipoti le istituzioni avrebbero dovuto fare molto di più. Noi genitori non abbiamo avuto nulla, e non rivendichiamo niente, ma quei ragazzini meritavano più attenzione. Siamo stati invitati spesso a delle commemorazioni a Roma, servirebbero più fatti per le famiglie dei caduti e meno celebrazioni".

 

 

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