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Rave a Viterbo, testimonianza choc: "Cosa abbiamo mangiato per cinque giorni di fila", roba altamente tossica (e illegale)

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"Quindici stage con casse acustiche, la musica elettronica sfondava l’orizzonte, perfetta": Andrei, italo-romeno di 24 anni, odontoiatra di professione, era uno dei partecipanti del rave abusivo a Valentano nel Viterbese. Il giovane, che vive a Modena, ha spiegato che l'organizzazione all'interno del microcosmo illegale era meticolosa: "Sulle auto erano stati allestiti cartelli coni prezzi delle sostanze. Chetamina: 5 euro. Lsd: 10 euro. E via così. Poi c’erano i 'laboratori' della riduzione del danno dove le sostanze venivano preventivamente analizzate per non correre rischi inutili", ha raccontato al Corriere della Sera.

 

 

 

Andrei, che già pensa al prossimo rave organizzato in Albania il primo settembre, ha rivelato che per 5 giorni di fila tutti hanno mangiato solo la pizza fatta con la farina di canapa: "Era la specialità della festa. Se non ti fai spendi poco. Io me la sono cavata con quaranta euro in cinque giorni, più i soldi del treno per tornare a Modena". Parlando dell'organizzazione pre-evento, invece, il 24enne ha spiegato che di solito si sa tutto all'ultimo minuto.

 

 

 

I cosiddetti "ravers", infatti, vengono reclutati individualmente alle feste e vengono informati o attraverso gruppi su Telegram o tramite volantini cartacei distribuiti in qualche selezionata occasione: "Il giorno prima di Valentano mi è stato detto di trovarmi a Chiusi a mezzanotte e avrei avuto l’indirizzo preciso - ha raccontato l'italo-romeno -. Negli altri Paesi è molto accentuato l’aspetto di comunità, il senso collettivo della cosa. Ma in Italia, Paese di ragazzi viziati, si pensa più al business, lo spaccio è molto diffuso e c’è chi approfitta delle circostanze".

 

 

 

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