Sanità e crisi, un italiano su 5
in lista d'attesa o rinvia cure
Nell'ultimo anno è aumentato il numero di italiani che si è rivolto alle strutture sanitarie pubbliche per risparmiare durante la crisi, accettando liste di attesa più lunghe, mentre altri hanno scelto di rinviare le visite mediche non urgenti o hanno fatto ricorso a "raccomandazioni" per facilitare l'accesso alle prestazioni sanitarie. A rivelarlo, un'anticipazione dei risultati del Monitor del Forum per la Ricerca Biomedica e del Censis, che verrà presentato nei prossimi mesi. Secondo il Censis si può prevedere che la domanda di prestazioni sanitarie pubbliche sia destinata ad aumentare anche nell'anno nuovo. «Rendere più efficiente la sanità pubblica, tagliando sprechi e sovrapposizioni, diventa quindi una priorità ineludibile per il 2010, perché ormai per molte Regioni è troppo alto il rischio di non riuscire più a finanziare la spesa per la sanità». E c'è il rischio, denuncia il Censis, che l'affollamento delle strutture pubbliche determini, oltre che un ulteriore allungamento delle liste di attesa, un maggiore ricorso ai noti espedienti usati per accedere più velocemente alle prestazioni sanitarie, come le raccomandazioni e la corruzione. Gli effetti della crisi economica sul rapporto degli italiani con la spesa per la salute si sono dunque manifestati nella tendenza a ricorrere più che nel passato alla sanità pubblica, accettando maggiori disagi e tempi più lunghi, per contenere la spesa privata. E si è accentuato anche il ricorso a una strategia del rinvio delle prestazioni sanitarie meno urgenti.