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Papa Francesco, la strana visita: "I nostri cari stuprati e uccisi". Tsunami sul Pontefice, caos in Vaticano

Pietro De Leo
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Attorno al messaggio di Papa Francesco, che ieri ha rivendicato dignità nella memoria per i soldati morti in guerra, si è materializzata la necessità di cogliere la complessità della storia. Tutto si incentra sul luogo da cui il Pontefice ha pronunciato le sue parole, il cimitero di guerra francese a Roma, a Monte Mario. Lì, tra i militi d'Oltralpe, giacciono anche molti "goumiers". Si tratta di combattenti, in particolare marocchini, ma anche algerini, tunisini o senegalesi, prevalentemente musulmani, assoldati nell'esercito francese durante la Seconda Guerra Mondiale che si resero responsabili nel basso Lazio (ma non solo) di violenze efferate ai danni delle popolazioni locali. È la cruenta cronaca delle "marocchinate", stupri, saccheggi assassini. Tutto questo, come ha ricostruito parte della storiografia, in accordo con le disposizioni dei superiori in grado, che avrebbero concesso quello sfogo brutale a premio per il superamento della linea difesa nazista Gustav, passaggio fondamentale per l'avanzamento delle truppe alleate lungo la Penisola. Il dramma di quelle settimane del '44 pulsa ancora nel cuore di chi, tra le vittime, è arrivato fin qui, e nella memoria di figli e nipoti. Irrisolto, perché molti angoli di quel che accadde non sono mai stati chiariti.

 

 

 

ACCANIMENTO

E così ieri, Emiliano Ciotti, presidente dell'Associazione Nazionale Vittime Marocchinate, all'Adnkronos ha commentato in modo assai caustico il gesto del Pontefice: «Il Papa commemora i carnefici e non le vittime». E ha spiegato: «Un esercito coloniale ha applicato la sharia, ossia tutto ciò che non è islamico si può depredare e violentare compresi donne, uomini, bambini e preti. Siamo amareggiati che il Papa onori questi soldati che hanno massacrato migliaia di esseri umani» i quali «andavano incontro ai liberatori e invece si sono trovati davanti ai loro peggiori carnefici». Infine, Ciotti ha aggiunto: «Ritengo assurdo che sia la nostra associazione a commemorare i martiri cristiani, compresi i sacerdoti e le suore colpiti dalla brutalità di queste truppe e non sua Santità».

 

 

 

Da quell'autentica barbarie, che vide figlie ridotte a giocattoli sessuali davanti agli occhi dei padri, per non parlare dell'accanimento sui bambini, non furono infatti risparmiati nemmeno i religiosi. Testimonianze d'epoca riportano l'orribile sofferenza del Parroco di Esperia, legato ad un albero e violato egli stesso. Oppure l'assalto alle suore dell'Ordine del Preziosissimo sangue a Vallecorsa. Fatti e volti che parlano ancora al presente. Anche per questo, ieri, il senatore di Fratelli d'Italia Massimo Ruspandini ha rilanciato una proposta avanzata già in passato. "Il fatto che nemmeno il Papa conosca la storia di migliaia di donne cristiane italiane stuprate dall'esercito coloniale francese -ha affermato- rende indispensabile l'individuazione di una commissione d'inchiesta» per indire «una giornata per il ricordo delle vittime delle marocchinate». 

 

 

 

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