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Se la Treviso leghista è la città dove le donne vivono meglio

 Trail running, la grande corsa delle donne a Treviso

la provincia veneta è in cima alla graduatoria per il benessere femminile. Ea acnhe per numero di imprese rosa e stipendi. Alla faccia del nord est retrogrado....

Francesco Specchia
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Sembra di leggere una pagina di Giovanni Commisso: è la gentilezza invincibile di Treviso che non può esser sopraffatta dal cattivo gusto degli uomini. 

A sfogliare la classifica della Qualità della vita delle città italiane del Sole 24 Ore, da ieri, assise al bar in Piazza dei Signori, all’ombra del Palazzo dei Trecento, nello scroscio del Canal dei Buranelli; be’, qui, da ieri, le donne di Treviso assaporano, assieme allo spritz, la consapevolezza d’essere le più belle del mondo. Non che sia per noi una novità, la primazia trevigiana nella parità di genere e nel fascino delle femmine del Sile. Anzi, ci saremmo stupiti del contrario. L’annuale rapporto del giornale di Confindustria fotografa le realtà sociale in piena terza ondata di Covid sulla base di più di novanta indicatori: Trieste e, a seguire, Milano e Trento sono le città dove si vive meglio.

La 32esima edizione dell’indagine sul benessere premia il Nord-Est con sette province in top ten (comprese Bolzano, Pordenone, Verona, Udine e Treviso) mentre tra le grandi città in risalita ci sono Roma (dal 32esimo al 13esimo posto) e Firenze. E sta bene. Ma la vera notizia sta nella città leghista per eccellenza –siamo in pieno Zaiastan, laddove Luca Zaia e il Carroccio toccano anche il 70% di preferenze- che risale di ben 19 posizioni in classifica generale per stabilizzarsi al 10° posto. Prima di Treviso, nella qualità assoluta, c’è la mia Verona al di fuori delle cui mura –diceva Shakespeare- è impossibile vivere. Epperò, è Treviso che assomiglia sempre più ad Amasya, la città celestiale delle amazzoni. 

Treviso è prima in Italia nella casella “benessere delle donne”, grazie ad una serie di indicatori che comprendono: la speranza di vita alla nascita, il tasso di occupazione delle donne e l’occupazione giovanile, il gap occupazionale di genere, il tasso di mancata partecipazione al lavoro, il gap retributivo tra uomini e donne, il numero di imprese femminili, gli amministratori donne, sia nelle imprese sia nei Comuni, la tenuità delle violenze sessuali (rispetto al resto delle penisola), le performance nello sport, le prestazioni olimpiche. La mitica marca trevigiana proietta per le donne una speranza di vita alla nascita di 86 anni, più di qualsiasi altra provincia italiana.

L’indice di vivibilità viene confermato dal dato che la stessa Marca si conferma al top in Italia per sicurezza (quarta), raccolta differenziata (seconda dietro Ferrara) e speranza di vita alla nascita della popolazione generale (83,5 anni, terza in Italia).

Per l’italiano medio, per i sociologi e per gli osservatori digiuni dal fascino di Treviso, questa sembra una notiziona: la città del leghismo selvaggio, la terra dell’autonomia gridata al cielo, la patria dell’ex sindaco Gentilini che staccava le panchine dei parchetti a mani nude e proponeva di sparare agl’immigrati vestiti da leprotti, diventa all’improvviso civilissima e luminosa. Sicuramente, tra avanguardia dello smart working per dipendenti pubbliche e laboratori per il reinserimento lavorativo delle donne, Treviso è il luogo italico più rispettoso del gentil sesso. Per molti tutto questo sa di notizia inedita, dicevo. Ma è la normalità per chi ne bazzica le mura fortificate e i cagnani, i canali, e ne ammira le torri che la rendono la “piccola Venezia” ma molto meglio di Venezia. Treviso è da sempre città di integrazione ed esempio di perfetta gestione dell’immigrazione. 

«Treviso è una delle dieci province italiane dove si vive meglio. Un risultato straordinario, soprattutto se consideriamo che la stessa indagine, un anno fa, metteva la nostra provincia 19 posizioni più in basso. Il lavoro degli amministratori locali, a partire dal capoluogo, Treviso, e l’impegno delle forze dell’ordine, in sinergia con tutti i protagonisti del nostro territorio, sono il fondamento su cui poggia questo eccellente risultato». Così parla il Presidente dell’intergruppo Lega-Liga Veneta, Alberto Villanova, nel commentare l’indagine del Sole 24 Ore.

Aggiunge Il presidente della Provincia, Stefano Marcon: «Ancor di più ci inorgoglisce vedere che il merito di questa risalita deriva anche dal primo posto assoluto ottenuto nell’indicatore “Qualità della vita delle donne”, che riguarda una delle competenze fondamentali delle Province. A testimonianza che il lavoro fatto da tutto il territorio sinora, rispetto al resto d’Italia, sta contribuendo pian piano nel difficile compito di ridurre il gap occupazionale, quello retributivo e si prosegue nella crescita femminile dal punto di vista imprenditoriale e sportivo. E non ci si lasci ingannare dall’indicatore basso delle librerie, si guardi invece all’indice di lettura: segno anche di un Sistema Bibliotecarie Provinciale in piena salute, con 92 biblioteche e 48.272 prestiti sinora, senza dimenticare la biblioteca digitale con oltre 7.000 titoli scaricabili, più di 3.500 download durante la pandemia». Viveteci a Treviso, dove le donne più belle del mondo ti sorridono per vocazione…

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