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Zona arancione, Omicron non rallenta: "Crollano sei regioni", dove stanno per tornare le chiusure

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Oltre ai contagi, cresce il numero di Regioni a un passo dalla zona arancione. Al momento l'unica è la Valle d'Aosta con il 57 per cento di occupazione dei letti ordinari e il 24,2 delle intensive. Ma non è escluso l'arrivo al 30 per cento delle occupazioni in intensiva, che potrebbe far scattare più restrizioni. Alla Valle d'Aosta potranno aggiungersi Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia, l'Abruzzo, le Marche e la Provincia di Trento. Le prime tre Regioni hanno infatti superato la soglia critica, quella che prevede il 30 per cento di occupazione dei reparti ordinari e il 20 delle intensive, mentre l'Abruzzo le ha raggiunte senza superarle.

Vicine ai numeri critici anche Marche e la Provincia di Trento. Situazione migliore, anche se di poco, per Calabria, Liguria e Toscana. Va però ricordato che i tecnici del ministero e quelli delle Regioni si riuniranno a breve per decidere se togliere il sistema colori oppure se calcolare in modo diverso i ricoveri, cambiando dunque le carte in tavola. In ogni caso lo scenario non è dei migliori.

Il bollettino di martedì 18 gennaio ha registrato il terzo dato più alto da inizio pandemia. E questo vale anche per i decessi. Nelle ultime 24 ore ne sono stati registrati 364, la cifra più alta degli ultimi nove mesi. Per gli anestesisti però i numeri vanno diffusi con cautela. "Si rischia l'arancione territoriale per pazienti ricoverati non a causa del Covid, ma per le sole positività incidentali scoperte al pronto soccorso - è a denuncia della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva -. Questo rappresenta un problema concreto: il ministero dovrebbe - sentite le società scientifiche, in primis Siaarti - offrire indicazioni e linee operative per poter sottoporre ad intervento chirurgico pazienti semplicemente positivi al virus".

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