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Ucraina, Sofia ricoverata a 13 anni al San Raffaele di Roma: "Ferite di guerra", come l'hanno ridotta i proiettili russi

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Il dramma di Sofia, unica superstite della famiglia ucraina colpita dai proiettili dell'esercito russo, sconvolge l'Italia. La ragazzina, 13 anni, è la prima ricoverata in Italia, all'ospedale IRCCS San Raffaele di Roma. Le sue condizioni sono gravi, anche se stabili, ed è diventata il simbolo dell'orrore del conflitto. 

La dottoressa Amalia Allocca, direttore sanitario del San Raffaele di Roma e direttore medico aziendale del Gruppo San Raffaele, ha spiegato come la piccola, arrivata venerdì sera direttamente da Kiev, "dopo un lungo viaggio in ambulanza, accompagnata dalla nonna", presenta "una tetra paresi, prevalente a destra, esito di ferite da arma da fuoco, le principali in sede cervicale e cranica, subite mentre era in macchina con tutta la sua famiglia, e lei è ad oggi l’unica superstite. Le condizioni sono stabili, la rete di solidarietà degli ucraini presenti a Roma, ci aiuta costantemente nella traduzione di messaggi rivolti a lei e alla nonna che ci consentono di effettuare le necessarie terapie, e di ascoltare i suoi bisogni, materiali e psicologici".

Sofia è "una ragazza molto dignitosa, molto forte. Lei ce la può veramente fare", ha detto al Tg1 la dottoressa Allocca con gli occhi lucidi - ma è doloroso, molto doloroso. Per i bambini è inaccettabile". Ora, davanti a lei, un  lungo percorso di riabilitazione.
 

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