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Po senz'acqua, mai così bassa da 30 anni: le foto sconvolgenti, Nord Italia a rischio

Massimo Sanvito
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Piange il Po mentre lentamente si prosciuga. Gli agricoltori guardano il cielo limpido, senza nuvole, e imprecano. Non piove più: è una maledizione. E il fiume più lungo d'Italia scende giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. Erano trent' anni che non era così secco: i livelli delle portate dell'acqua hanno toccato le quote più basse dal '91. La siccità non perdona e spaventa l'Autorità distrettuale del fiume Po-Ministero della Transizione Ecologica, anche perché le previsioni meteo non sembrano riservare nulla di buono per recuperare il fabbisogno che si è creato durante l'inverno. Mai come in questi casi parlano i numeri: a Piacenza, ieri, gli indicatori si sono fermati a quota -0,49 metri per 293 metri cubi al secondo; a Pontelagoscuro (Ferrara) a quota -5,88 metri per 639 metri cubi al secondo; a Boretto (Reggio Emilia) -3,25 metri per 452 metri cubi al secondo; a Borgoforte (Mantova) -2,57 metri per 567 metri cubi al secondo. È una mattanza.

 

 

«Sarà importante vedere se, anche in concomitanza della prossima riunione dell'Osservatorio istituzionale che si terrà giovedì 17 marzo, si manterranno questi indicatori negativi, per comprendere quale tipo di soluzione concertata tra territori si potrà individuare per affrontare in modo resiliente la stagione», ha commentato il segretario generale dell'Autorità distrettuale, Meuccio Berselli. Nel nord ovest sono praticamente tre mesi che non piove, le temperature sono più alte di tre gradi rispetto alla media nazionale e la secca del Po rischia di ammazzare un terzo della produzione agricola italiana, come spiegato dalla Coldiretti. Pomodoro da salsa, frutta, verdura, ma anche orzo e frumento seminati in autunno e ora senz' acqua per crescere, oltre ai campi destinati all'alimentazione degli animali d'allevamento. Senza nemmeno dimenticare che l'imminente semina del mais potrebbe essere compromessa dai terreni aridi. E come se non bastasse, per il Po che si abbassa c'è il Mar Adriatico che si alza, con l'acqua salata che si mischia nel fiume e finisce per bruciare le coltivazioni. La siccità, secondo le analisi della Coldiretti, provoca ogni anno danni per un miliardo di euro all'agricoltura italiana. Fa specie il Po, certo, ma non è l'unico a soffrire.

 

 

Il Lario, negli ultimi giorni, sta registrando un -26 sotto lo zero idrometrico e a lungo andare non è escluso che si tocchi lo storico record negativo dell'84, quando scese a -52. Pure le navigazioni sono a rischio. Del resto, la scarsissima neve sulle Alpi non garantisce nemmeno un adeguato approvvigionamento idrico per fusione in vista della stagione più calda. Tolta l'eccezione del lago di Garda che tiene botta, dati Arpa alla mano, la riserva idrica totale della Lombardia sta andando sempre più a picco. Rispetto alla media del periodo 2006-2020 è inferiore del 53,5 per cento: 1,625 milioni di metri cubi contro 3,5 milioni. Giusto per fare due esempi, il bacino del Sarca-Mincio ha perso il 7.6 per cento mentre il bacino del Brembo addirittura il 74.4 per cento. Anche in Piemonte tutti principali fiumi sono sotto i livelli delle portate dello scorso anno. Il lago di Ceresole, ai piedi del Gran Paradiso, è completamente prosciugato, mentre il monte Rosa ha perso il 30 per cento di manto nevoso rispetto alla media degli ultimi quindici anni. E non è una poi così lontana l'interruzione del servizio idrico in Valsesia e Valsessera, tra le province di Vercelli e Biella. In Valle d'Aosta, invece, a fine febbraio mancavano all'appello 50 centimetri di neve. È stato stabilito il minimo storico degli ultimi vent' anni. Senza contare che è piovuto il 74,2 per cento in meno rispetto alla media del mese. Anche in Veneto la siccità preoccupa: mancano 90 centimetri di neve, il lago del Corlo segna il record negativo dal '96 e i tutti i corsi d'acqua della regione sono sotto i livelli degli anni scorsi. 

 

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