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Fuori dal coro, Mario Giordano davanti ai pozzi di gas dell'Adriatico fermi: "Perché non li attiviamo, quanti soldi regaliamo a Putin"

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L'Italia resterà senza gas in seguito alla guerra in Ucraina? Se lo chiede Mario Giordano, che a Fuori dal Coro manda un suo inviato  in barca a 10 miglia dalle coste delle Marche, davanti a una delle piattaforme di estrazione "completamente spente, anche in questa zona del Mar Adriatico". 

 

 

 

 

"In Italia ci sono 752 pozzi di estrazione del gas completamente inattivi. Di 1.298 punti di estrazione, 752 sono fermi". In Romagna, nella Laguna di Venezia, davanti alle Marche e all'Abruzzo. Poi c'è la piattaforma Fabrizia, davanti a San Benedetto del Tronto. "Qui sotto c'è un pozzo produttivo non erogante. Ovvero, il gas ci sarebbe e sarebbe pronto per essere preso, ma nessuno lo estrae", da tre anni. 

 

 

 

 

"Il crollo dell'estrazione del gas nell'Adriatico è stato vertiginoso - spiega l'inviato del talk di Rete4, dati alla mano -. Nel 2000 si estraevano 17 miliardi di metri cubi, oggi 800 milioni. Tradotto: il 95% in meno". Come sottolinea Michelangelo Tortorella, Ceo di Dg Impianti Assomineraria, "è la peggior condizione possibile" per affrontare una crisi energetica come quella che ci sta travolgendo. Stessa sorte poco più a Sud, per la piattaforma Davide, con 6 pozzi non eroganti. Nel 2021, l'Italia ha estratto dal sottosuolo solo 3,3 miliardi di metri cubi di gas, quando sotto i nostri piedi c'è un tesoro da 30 miliardi all'anno, 10 volte in più di quanto produciamo oggi. Tutto fermo, perché mancano le autorizzazioni. Preferiamo utilizzare il 6% di gas italiano, comprandone il 95% dall'estero. Risultato per le nostre tasche: potremmo spendere 5 centesimi di euro a metro cubo, ne diamo invece 70 a Vladimir Putin, alla Libia e all'Algeria.

 

 

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