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Omicron 2, quanti sono davvero i contagi? Virus e omertà: il sospetto e i rischi che corre l'Italia

Claudia Osmetti
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«Biosgna dire che i dati dei contagi sono sottostimati, sono quelli che vengono fuori da un monitoraggio che sappiamo essere totalmente saltato». Filippo Anelli è il numero uno della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, e non ci gira certo attorno quando dice: «C'è il fai-da-te sui test e ognuno decide cosa vuole fare. Cioè se comunicare o no la positività al virus, se uscire o isolarsi.

 

Per cui presumiamo che i dati reali siano molto più alti». Non bastavano le 70mila e più infezioni di ieri: c'è pure il contagio "sommerso", quello dei furbetti del tampone che la spunta di positività la "nascondono" e quello di chi, in farmacia, adesso ci va molto meno.

IN FARMACIA
La frenesia dell'ottobre scorso, quando il green pass era appena entrato in vigore e c'era la corsa (modello sgomitata) per accaparrasi quanti più test possibili. Roba di una vita fa. Avevano l'agenda piena, i farmacisti. Adesso è diverso. In un giorno solo (domenica) la Regione Marche ha processato a malapena 2.071 tamponi. La Sicilia (lunedì) 12.375. La Calabria (giovedì) 9.456. «È vero», ammette Marco Cossolo, il presidente di Federfarma, al secolo la Federazione nazionale dei farmacisti, «le richieste di tamponi si sono ridotte di molto ed è legato all'andamento dei contagi». Dice, cioè, Cossolo che «più il picco delle infezioni sale esponenzialmente, più la gente va a fare i test di controllo». A gennaio, quando viaggiavamo abbondantemente sopra i 100mila casi giornalieri (contro i 70.803 di sabato) era un'altra sinfonia. Se ne è accorta persino l'Oms, l'Organizzazione mon diale della sanità, perché la sforbiciata per metterci il naso non è mica solo italiana. Anche all'estero va così: «I dati stanno diventando progressivamente meno rappresentativi, meno tempestivi e meno solidi», scrive l'ultimo report sul covid-19, che da ragione sia ad Anelli che a Cossolo, «e questo inibisce la nostra capacità collettiva di tracciare il virus».

 

Primo: facciamo le corna, che dopo due anni di pandemia (leggi pandemonio) è pure legittimo esserne stufi. Secondo: d'accordo, il 30 gennaio, per esempio, complessivamente, in Italia, son stati eseguiti 818.619 tamponi e ieri appena 477.041. Circa il 50% in meno. Però, signori, è anche un tantinello cambiato lo scenario in due mesi. Tanto per cominciare abbiamo iniziato (e finalmente) ad alleggerire le misure di contenimento che - sacrosante finché ce n'è stato bisogno ma - adesso lasciano il tempo che trovano.

PORTAFOGLI
Il green pass serve meno. Da venerdì non è più necessario per entrare nei negozi, nei musei, negli uffici pubblici, alle poste, negli hotel, nei ristoranti (a patto che si scelga un tavolino all'aperto), in banca.

Quello base (ossia quello che si ottiene con il benedetto tampone negativo e vale per 48 ore) serve a malapena per entrare negli stadi e nei cinema e nei teatri: ovvio che, riducendo le occasioni in cui è d'obbligo presentare il certificato, si riducono anche anche le richieste per ottenere quello "usa-e-getta".

E poi c'è un'altra questione, che marginale non è: quella del portafogli. Quando, il primo aprile, lo stato di emergenza si è concluso, abbiamo detto addio anche ai prezzi calmierati di tamponi e mascherine. Certo: «Noi, come Federfarma, abbiamo inviato una circolare a tutti i nostri iscritti suggerendo di non modificare le tariffe e di mantenere quelle dell'emergenza», specifica Cossolo, «e in quasi tutta Italia il nostro invito è stato recepito». Ma il passaggio al mercato libero significa che bancone che vai, scontrino che trovi: se fino a ieri un test anti-covid costava (per legge) quindici euro, adesso è un fatto di fortuna. Prima che il governo ci mettesse una pezza (pardon, un tetto di spesa), i prezzi oscillavano tra i 22 e 35 euro: percentualmente è un bel rialzo. Infatti a Roma, dove alcuni esercizi han già fatto lievitare il conto, c'è chi non l'ha presa benissimo. «Dovrebbe essere gratuito»; «Erano troppi quindici euro, ma così è speculazione». Tra quelli che tirano dritto e quelli che cercano scappatoie la fotografia non è così rassicurante. Tra l'altro dal Regno Unito ecco l'annuncio di una nuova variante: si chiama Xe, è una mutazione ricombinante di Omicron 1 e Omicron e avrebbe già colpito 600 persone. È ancora presto per definire se sia più o meno contagiosa: ma vai a sapere.

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