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Utero in affitto, i deliri di Michela Marzano: ora è diventato antifascista...

Hoara Borselli
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Michela Marzano è una filosofa di primo livello, una ex deputata di sinistra, una editorialista molto prestigiosa di Repubblica e della Stampa. Grande rispetto per le sue doti. Però ogni tanto pontifica sentenze che ti fanno venire i brividi. Lei studia e insegna filosofia morale, ma deve avere della morale un'idea davvero un po' confusa. Recentemente ha scritto due articoli su quello che i comuni mortali, come me ed altri, chiamano l'«utero in affitto», ma le persone istruite invece definiscono «GPA», ovvero gestazione per altri. Gli acronimi danno un tono. Lasciamo stare la follia semantica: come si fa a dire "maternità per altri"? Che idea si ha di quella cosa specialissima della vita di una donna, che è l'essere mamma? Mamma è mamma. È mamma di suo figlio. Non è una stampante in 3D. Michela Marzano in passato ha spiegato che lei non ha mai messo al mondo un figlio per una ragione banale: suo nonno era fascista. No, no: nessun errore. Ha detto e scritto proprio così nel suo ultimo testo Stirpe e vergogna: mio nonno era fascista e io ho temuto di poter riprodurre il male della mia stirpe. Capito? Ci son due cose che ti lasciano a bocca aperta. La prima è che una filosofa immagini che le idee si nascondano nel DNA.

 

 

 

DUBBIO ATROCE

La seconda è che un figlio debba essere fatto in un certo modo, pensare in un certo modo, muoversi in un certo modo, vestirsi in un certo modo, cioè nel modo che piace ai genitori. E che la sua libertà, la sua anima, la sua rabbia siano fenomeni da sottomettere. A me fa orrore l'idea di immaginare che mio figlio debba essere comunista, o fascista, o democristiano, o ateo, o credente. Senza nulla togliere all'intelligenza sopraffina della Marzano, spero accetti un appunto (un po' scherzoso) da una mente di destra come la mia, e quindi ignorante per definizione. Come possiamo sapere con certezza se la madre che presta il suo utero non abbia avuto in passato avi fascisti? Chi ci garantisce che nel dna dell'embrione donato non vi siano tracce di quel male assoluto? Non credo che nel modulo da compilare per avviare la procedura, ci sia scritto di specificare quale tessera elettorale avessero in tasca i nonni, bisnonni, i trisavoli...Torniamo seri. Ovviamente la filosofa, nei suoi articoli, non poteva esimersi dal dedicare due righe a colei che,nel suo immaginario, del fascismo è il simbolo: Giorgia Meloni. Cioè la leader politica che ha vinto alla Camera, in Commissione Giustizia, facendo approvare la propria proposta di legge che prevede come reato universale la gestazione per altri. Ha detto la Meloni, facendo indignare la Marzano: «La Gpa è una pratica che trasforma la vita in merce ed umilia la dignità della donna». Come può dire una cosa del genere la Meloni? - ha subito reagito la nostra filosofa. Hanno mai parlato- si è chiesta - lei, e tutti coloro che hanno votato questa legge, con queste donne? Hanno mai giocato con bambini nati con la Gpa? Con quale diritto si permettono di sentenziare! Sanno solo parlare per stereotipi. Devo ammettere: un'arringa di tutto rispetto, di quelle che strapperebbero un applauso se non fosse per il fatto che la paladina democratica è rimasta incagliata in un cortocircuito abbastanza palese anche per menti non troppo raffinate come la mia. Spero non mi trovi arrogante se le pongo io una domanda.

 

 

 

QUANTI STEREOTIPI

Lei che pontifica, non pensa di essere la prima a parlare per stereotipi? Dice che un figlio nato con la gestazione per altri non subirà mai il trauma dell'abbandono come i bambini parcheggiati in un orfanotrofio. Benissimo. E del trauma che può subire una donna quando le viene portato via un bambino cresciuto per mesi nel grembo, non ci ha pensato? Professoressa, lei ha idea di quale legame fisico e psicologico si instauri fra madre e figlio nel lasso di tempo utile per farlo venire al mondo? Lei sa che una madre si sveglia con lui, si addormenta con lui, lo sente muovere, lo sente capovolgere, lo sente singhiozzare dentro la pancia? Per nove mesi filati. Lei sa che un bambino non è un'appendicite? Sa che c'è un cordone ombelicale che non recidono neppure le migliori e più avanzate forbici? Non lo sa, signora Marzano. Allora si risparmi il fastidio di farci la morale. Vede, lei dice che con le leggi che ci sono in Italia rispetto alle adozioni, l'iter è talmente annoso e complicato, che la Gpa semplifica la vita a chi vuole un figlio. Ma sì, in fondo chi se ne importa. Facciamo come per la patente. Perché fare tutta quella noiosissima teoria e pratica quando nel giro di pochi giorni con poco più di cento euro posso comprarmela? Lasciamo i bambini con la loro sindrome dell'abbandono negli istituti, evitiamo la burocrazia e compriamocene uno nuovo di pacca, sicuramente più bello e tirato a lucido. 

 

 

 

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