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Bollettino, "primi ospedali vicini al collasso": il ruggito della pandemia, "criticità fortissime"

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La situazione epidemiologica dell’Italia è tornata sotto la lente di ingrandimento, dopo diversi mesi di calma. Una serie di fattori ha fatto sì che si scatenasse una nuova ondata di Covid, come non la si era mai vista in estate, che finora era stata l’unica stagione di “tregua” col virus. Il “liberi tutti”, l’abbandono delle mascherine e la comparsa di sottovarianti di Omicron super contagiose hanno fatto sì che l’Italia si ritrovi di nuovo a fare i conti con il Covid.

 

 

Il bollettino di oggi, giovedì 7 luglio, rilasciato dal ministero della Salute dà conto di 107.240 contagiati, 55.629 guariti e 94 morti, a fronte di 378.250 tamponi analizzati, con il tasso di positività che è stato rilevato al 28,4% (lo stesso di ieri). Per il terzo giorno consecutivo sono quindi stati registrati più di 100mila nuovi casi nelle ultime 24 ore: conferma evidente che la circolazione è fuori controllo e che il vaccino non riesce più a offrire l’immunità (che invece funziona ancora bene per la malattia grave, e questo è l’unico motivo per cui non stiamo vivendo un disastro sanitario con i numeri attuali).

 

 

Per quanto concerne gli ospedali, la pressione è in aumento costante: oggi il saldo dei ricoverati in reparti ordinari è +332 (8.552 posti letto attualmente occupati), mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva è +18 (343) a fronte di 53 nuovi ingressi. “È un momento in cui le criticità sono fortissime - ha dichiarato Enrico Coscioni, presidente di Agenas - abbiamo i pronto soccorsi di tutti gli ospedali d'Italia che esplodono per il problema Covid, la settimana scorsa abbiamo registrato 100 volte più contagi rispetto alla stessa settimana dell'anno scorso e 4 volte più ricoveri. C'è un problema Covid ancora in campo”.

 

 

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