L'ultima panzana
Vescovi in bancarotta
«La verità? E cos'è mai la verità», chiede Pilato al Cristo destinato al supplizio della Croce. Sarà retorico l'incipit evangelico, ma, come raccomanda il poeta: quando ci vuole ci vuole. Perché oggi la pilatesca domanda bisognerebbe rivolgerla ai giornalisti, a quelli che dovrebbero essere i nuovi sacerdoti dell'era moderna. Ma le preghiere-notizie e le bibbie di carta che sfogliamo al mattino, la fede rischiano di farla perdere per sempre. Tanto sono fragili, contraddittorie e a volte pure inesistenti le news che ci rifilano. Esempi? Ieri tutti i quotidiani riportavano con evidenza la notizia, allarmante, che gli italiani s'erano stufati di versare l'otto per mille alla Chiesa cattolica. Tanto da spingere la Cei, la Conferenza dei vescovi italiani, a lanciare un “preoccupato” appello ai fedeli. Il fatto era ben evidente sulle prime pagine. Sull'orlo della bancarotta pure la Cei? A leggerli, questi titoli, sembrava proprio di sì. Repubblica, come al solito, primeggia su tutti. E a fianco dell'apertura catastrofica sul crollo delle Borse europee e un Draghi (il Governatore di Bankitalia) che vede un futuro nerissimo, ci infila l'annuncio della bancarotta episcopale. Titolo: «Allarme della Chiesa, otto per mille in calo». A commento, un intervento tardivo di Jean Daniel dal titolo «Come far convivere fede e laicità», sulla recente visita del Papa in Francia. Con la questione dell'obolo c'entra niente, ma se non lo mettevano ieri finiva nel cestino. Parlare del presunto crollo dell'Otto per mille alla Chiesa cattolica, è l'occasione truffaldina per dipingere un'Italia da regno delle meraviglie, in via di liberazione dal giogo clericale. Che non ha più fiducia nei preti, nel Papa e anche nella San Vincenzo, tanto da non mollargli più un cent. Così non è, ma inutile cercarlo sui giornali... Luigi Santambrogio giovedì su Libero