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Spese condominiali raddoppiate, italiani rovinati: ecco da quando

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Giusto pochi giorni fa i 27 responsabili europei dell'energia (per l'Italia il ministro Roberto Cingolani, ndr), hanno ventilato la possibilità di ridurre i consumi delle famiglie. Ritardando di quindici giorni il calendario di accensione e tenendo sotto controllo il termometro. In teoria secondo le indicazioni di Bruxelles i cittadini europei dovrebbero affrontare l'inverno tenendo il termostato intorno ai 19 gradi. Con una forchetta di tolleranza di +/- 2 gradi. Roba da mettersi un maglioncino in più se la stagione autunno/inverno sarà tiepida come lo scorso anno. Ma se, come si paventa, la stagione autunnale/invernale che si affaccia dovesse essere rigida ci sarà da cambiare le abitudini. E da prepararsi a sborsare un bel po' in più rispetto all'inverno scorso.

Seguendo l'andamento dei prezzi della materia prima (aggiungendoci una bella dose di speculazione che a cascata pesca sempre nel portafogli del consumatore finale), si fa presto a ipotizzare aumenti nell'ordine del 100/150%. Tanto, tantissimo. Il timore è che il tasso di morosità incolpevole (quelli che non ce la fanno a pagare perché altrimenti poi non riescono a mangiare), possa decollare dall'attuale 3/4% ad un pericolosissimo 15/20%. «Le aziende rischiano di chiudere o di mettere in cassa integrazione i propri dipendenti, noi invece il mancato pagamento delle rate condominiali», sintetizza preoccupato a Il Sole 24 Ore Massimo Romano, amministratore di una settantina di condomini in provincia di Brescia nonché presidente locale di Alac (Associazione liberi amministratori). L'amministratore bresciano rientra nelle fila degli esperti di gestione condominiali più ottimisti.

A dar retta alle previsioni "spannometriche" di Francesco Burrelli, presidente di Anaci, la situazione è assai più drammatica. Tanto più che «gli aumenti sono iniziati a gennaio. Le bollette a consuntivo perla gestione 2021-22, chiusa ora, presentano un rincaro medio del 60-70%. Il preventivo per quella 2022-23 sarà molto più elevato. C'è il pericolo di non riuscire a pagare...». Il problema è che nei condomini la morosità media prima della pandemia si attestava intorno a un fisiologico 15%, mentre oggi siamo già a quota 35-40%. E i fornitori pur volendo/potendo certo non fanno credito perché a monte nessuno apre i rubinetti se prima non ha in mano garanzie finanziarie concrete. D'altro canto, i morosi (condomini con bollette annue da decine di migliaia di euro nel 2021), non sono più "tollerati". I fornitori - soprattutto le piccole società - devono anticipare ai grossisti del gas garanzie solide per attivare la filiera di erogazione.

AUMENTI DA OTTOBRE
Il rischio è che pure la famiglia che paga più o meno regolarmente la bolletta potrebbe finire al freddo e al gelo. «Con l'incombere dei distacchi», scandisce ancora Burrelli, potrebbe scattare «un grosso problema sociale». Infatti «il 70% degli italiani vive in condominio». Come se non bastasse il prossimo 30 settembre per molte famiglie scadranno i contratti annuali a "maggior tutela" (il 40% delle famiglie). L'Autorità per l'energia dovrà ritoccare le tariffe (seguendo la curva dei rincari delle materie prime). Nell'aggiornamento del 1° luglio l'Autorità era riuscita a rinviare di un trimestre i rincari per i consumatori del segmento tutelato. Ma ora le tariffe non possono più essere congelate. A meno di improbabili interventi "emergenziali". 

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