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Cgil, orrore in piazza: compare questo striscione, che roba è la sinistra

Pietro Senaldi
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Prima di scannarsi su quale sarà il suo prossimo segretario, il nono in quattordici anni, il Pd deve decidere se vuole andare a destra o a sinistra. Viaggiare sia a vela sia a motore, cambiando a seconda delle supposte opportunità del momento, disgusta gli elettori, tant' è che idem, nei suddetti 14 anni, ne hanno persi sette milioni.
La manifestazione indetta per ieri dalla Cgil si è rivelata l'ennesimo emblema delle contraddizioni che attraversano il partito, e non solo perché il ministro del Lavoro, Orlando, era in prima fila per protestare contro le condizioni dei lavoratori, ovverosia contro se stesso e il proprio mal operato.

La foto che pubblichiamo in prima pagina, con uno striscione che inneggia a Gazprom e Putin e oltraggia gli Stati Uniti, con il vetusto dispregiativo "yankee", è un manifesto dell'ambiguità della nostra sinistra, atlantista e obbediente finché è al governo con Draghi, pacifista e movimentista quando dovrebbe dimostrare invece di essere capace di responsabilità anche se gli italiani la relegano all'opposizione. Non è scandaloso solo lo striscione, ma il fatto che nessuno lo abbia contestato. Si può essere pro o contro la guerra, si può perfino pensare che Putin abbia ragione, è comunque una posizione politica, ma è vergognoso che sostenere una parte o l'altra dipenda dal fatto di avere il potere o no.

 

EMINENZE E SAGGI PROGRESSISTI
Alla manifestazione di ieri non c'era solo Orlando. Erano presenti anche Provenzano, candidato in pectore alla guida del partito, l'eminenza Cuperlo, considerato un saggio, la Boldrini e perfino Letta vi ha fatto capolino, sebbene attendendo il favore delle tenebre.

Con lui, Conte e Fratoianni, i volti della sinistra anti-Zelensky. Non si può. È pazzesco accusare Meloni e alleati di screditare l'Italia all'estero e di mettere a rischio la democrazia e poi mischiarsi con chi preferisce la Russia agli Stati Uniti.

 

ILLUDONO I CETI PROLETARI
Certo, i vertici dem hanno presenziato al comizio della Cgil per illudere ancora i loro elettori che ci credono di avere qualcosa a che fare con i ceti proletari e il mondo del lavoro.

Il sindacato rosso ormai da tempo ha mollato il Pd come referente politico ed è diventato un soggetto a sé, che dialoga con M5S, con la sinistra e solo in subordine con i progressisti, ma non è facendo capolino ai comizi di Landini che Letta o i suoi successori risolveranno il problema.

Basta ipocrisie e basta balletti: con Conte e i grillini o con Calenda, Renzi e i moderati. Giacché non è capace di includere e rappresentare tutta la sinistra, il Pd deve scegliere. Per il bene del Paese, che ha bisogno di un'opposizione che si identifichi per quel che è e non attraverso i suoi avversari. Altrimenti si rischia di ritrovarsi il venerdì con Kiev e il sabato con Mosca e questo non è un problema di stabilità interna del partito ma diventa una questione di tenuta democratica per tutto il Paese, che non si merita certi Giamburrasca neppure all'opposizione.

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