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Milano, la banda che terrorizza la città: "Dammi tutto o sei morto"

Zaira Lavanga
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Soldi. Smartphone. Orologi. Ma anche t-shirt, felpe, cinture. Perfino scarpe. Tutto ciò che può avere un valore, soprattutto se griffato, può diventare un bottino da rivendere per una baby gang che sta seminando il terrore nei pressi della stazione della metropolitana Bisceglie di Milano, il capolinea della linea rossa all’estrema periferia ovest della città. Un gruppo formato da 5-6 ragazzi, tutti minorenni, tra cui alcune ragazze, si aggira, secondo le testimonianze dei passanti che ogni giorno bazzicano nella zona, tra la fermata sotterranea della metro e l'autostazione in superficie.

La baby gang - che non è propriamente baby in quanto composta da adolescenti di età compresa tra i 16 e i 17 anni - entra in azione sempre nel tardo pomeriggio, in particolare dalle ore 18 alle ore 20. Le aggressioni, gli atti intimidatori e le rapine avvengono da diverse settimane, ma nell'ultimo periodo, forse con la complicità del buio che avanza, si sono intensificate. Le vittime sono solitamente loro coetanei o ragazzi più piccoli, perfino di 14 anni. Prede indifese, che vengono aggredite soprattutto se sole, mentre aspettano, con gli auricolari nelle orecchie, l'autobus che li porta a casa, di ritorno da scuola o da un'uscita con gli amici. 

 


Le ricostruzioni raccolte finora e portate all'attenzione delle forze dell'ordine riportano un modus operandi piuttosto abituale. I baby rapinatori, che in qualche caso agiscono anche in due, sono soliti adocchiare la vittima più distratta e innocua in modo da sorprenderla con una domanda banale, del tipo: "Hai una sigaretta?". Se il malcapitato risponde in modo affermativo, ecco che scatta il blitz violento. Ci si avvicinano in gruppo e lo accerchiano, magari contro un muro, pretendendo più che una sigaretta. Così partono le intimidazioni: "Se non mi dai tutto quello che hai ti spacco la faccia", "Ti ammazzo". E se la vittima prova ad opporsi la minaccia si fa più grave: un coltello spunta dalla tasca della giacca. 

Il dato sconcertante è che tutto questo avviene in una zona che, soprattutto nella fascia serale, è affollata di pendolari che sono in attesa alle stazioni degli autobus e che non sempre si accorgono delle aggressioni. A quanto pare, i malviventi approfitterebbero dell'assenza di telecamere fuori dalla metropolitana per agire indisturbati. Ma non si consumano solo minacce al largo dell'autostazione di Bisceglie. Le ricostruzioni dei testimoni riferiscono anche di pestaggi. In un altro episodio, la banda è uscita perfino allo scoperto salendo su un autobus, che era fermo al capolinea in attesa di partire verso l'hinterland milanese, su cui si trovavano alcuni ragazzini presi di mira. Nonostante l'apparente calma delle vittime, la gang non aveva alcuna intenzione di scendere, fin quando non è intervenuto l'autista, davanti allo sconcerto dei presenti, il quale li ha fatti poi uscire minacciando di chiamare la polizia.

La situazione, insomma, è diventata ormai insostenibile per le giovani vittime. Eppure, sentirsi al sicuro dovrebbe essere un diritto per ciascuno di noi. Il pensiero, dunque, non può che andare alle autorità e alle istituzioni che hanno il dovere di proteggere i cittadini, senza sottovalutare nessuna tipologia di reato. 

 

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