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Ratzinger, George Pell si confessa: "Di cosa non ho mai parlato"

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"Un cristiano, un discepolo di Gesù. Un uomo che pregava. Un santo. Un intellettuale assolutamente formidabile. Uno dei più grandi teologi dell'ultimo secolo. Un uomo interessante e garbato, riservato. Con un sottile senso dell'umorismo". Il cardinale George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l'Economia, dalle colonne della Stampa nel giorno del funerale ricorda Benedetto XVI e il suo impegno per combattere la pedofilia nella Chiesa. Ma dall'intervista emerge anche tutto il disappunto del cardinale australiano per le dimissioni di Ratzinger. "Ho saputo della rinuncia al pontificato mentre ero a Sydney, a cena con due amici parroci e il mio futuro successore", rivela Pell. La notizia fu "una grandissima sorpresa per tutti noi". Poi la confessione: "Non ne ho mai parlato, ma non sono mai stato entusiasta di questa decisione. Credo che il Santo Padre debba rimanere fino alla fine. Ovviamente, non se perde il senno o è molto malato. Ero e rimango triste per questo sviluppo". 

 

 

 

Pell ricorda anche il Conclave del 2005 che vide la scelta di Ratzinger come successore di papa Wojtyla. "Ero contentissimo e pieno di speranza. Capivo che stava nella linea di Giovanni Paolo II, con la sua capacità spirituale e intellettuale. Ricordo l'entusiasmo per l'elezione di tantissimi giovani seminaristi, preti, suore, religiosi". Il rammarico del prefetto vaticano è che "la storia ricorderà Benedetto XVI soprattutto per la sua rinuncia, la prima dopo Celestino V". Per il cardinale Pell, invece "dovrebbe essere ricordato come uno dei più bravi teologi dell'ultimo secolo. Credo sia il più bravo teologo tra tutti i Papi, in duemila anni. Leone Magno, Gregorio Magno, Giovanni Paolo II, Leone XIII hanno scritto molto, ma mi sembra che nessuno abbia dato un contributo teologico uguale a quello di Joseph Ratzinger".
 

 

 

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