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Inchiesta Covid, Speranza ai pm: "Ci mancava il manuale d'istruzioni"

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"La bussola l'abbiamo sempre avuta e ci portava a difendere innanzitutto la salute delle persone": Roberto Speranza lo avrebbe detto ai pm di Bergamo in un'audizione a gennaio 2021, nell'ambito della mancata attuazione del piano pandemico. "Ciò che ci mancava era il manuale di istruzione su come fronteggiare un virus sconosciuto", avrebbe poi aggiunto l'allora ministro della Salute. Una risposta piuttosto sconcertante.

Sempre sul piano pandemico, poi, avrebbe detto: "Il piano era datato e non costruito specificamente su un coronavirus ma su un virus influenzale". E, quasi a volersene lavare le mani, avrebbe chiarito anche che l'attuazione di quel piano "è compito del direttore generale" della Prevenzione del Ministero. Il riferimento è a Claudio D'Amario. Speranza, a tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid, si ritrova coinvolto nell'inchiesta per epidemia colposa della Procura di Bergamo, una delle zone più colpite del Paese. Con lui altri 19 indagati, tra cui l'ex premier Giuseppe Conte, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore della sanità lombardo Giulio Gallera.

L'ex ministro della Salute, comunque, ha fatto sapere in una nota di aver "sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto", ma ha anche aggiunto di essere "molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell'esclusivo interesse del Paese".

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