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Perché per nutrirsi d'arte non serve essere un artista

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Steno Sari
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Leonardo Da Vinci, Rembrandt, Van Gogh sono solo alcuni dei grandi artisti immortalati dalla loro arte. Furono capaci di esprimere sulla tela un sorriso enigmatico, uno sprazzo della bellezza della natura, cose che colpiscono ancora la nostra immaginazione. Siamo ammaliati, a distanza di secoli, da quello che li affascinò. In un certo senso possiamo dire che anche se non siamo né artisti né critici d’arte possiamo ugualmente apprezzare la perfezione artistica perché anche noi possediamo il senso della bellezza. Quando osservo i quadri e le sculture del mio amico pugliese Tommaso Fiermonte, rimango estasiato dalla sua capacità di trasformare le sue opere d’arte in forti messaggi che descrivono i nostri tempi e mi rammarico che queste siano poco conosciute.

Molti artisti credono che il loro successo dipenda più dalla capacità di vedere che da quella di dipingere. Maurice Grosser, pittore, critico d’arte e scrittore americano, spiegò che «il pittore dipinge con gli occhi, non con le mani. Qualunque cosa veda, se la vede chiaramente, la può dipingere... La cosa importante è vederci chiaro». Il senso della bellezza ci distingue dagli animali; siamo dotati di senso estetico e questa capacità, che fa leva sui nostri sentimenti, arricchisce la nostra vita. La bellezza della natura ci sovrasta, un imponente scenario può essere lontano, ma un’opera d’arte di grande effetto si può trovare vicino a noi se la cerchiamo e soprattutto se sappiamo cosa cercare. Colori armoniosi e contrastanti, che deliziano l’occhio e sollevano lo spirito, sono ovunque e ci strabiliano. Il nostro piacere aumenta enormemente se impariamo a cogliere i particolari delle cose belle che si fondono con il resto, veri e propri dipinti in miniatura che costellano le grandi tele della natura. Sono quadri entro un quadro e per apprezzarli non dobbiamo fare altro che abbassarci e osservarli più da vicino. Quindi, sia che siamo artisti o no, possiamo imparare a vedere più chiaramente, notare la bellezza intorno a noi, e per riuscirci dobbiamo guardare le cose sotto una nuova luce. Per usare le parole di uno scrittore di storia naturale: «Nulla sostituisce il vedere, toccare, odorare e ascoltare personalmente piante e animali nel loro ambiente naturale. Lasciate che la bellezza produca una profonda impressione ... Ovunque siate, prima guardate, apprezzate e poi guardate di nuovo».

Tutto ciò sottolinea l’importanza dell’impegno personale per imparare a cercare intorno a noi gli elementi fondamentali della bellezza: la forma, il disegno, la luce, il colore e la composizione. Nella parte conclusiva della Critica della ragion pratica leggiamo una delle più celebri pagine di Immanuel Kant che così recita: «Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me». Se ci soffermiamo a vedere, e a meravigliarci, non solo vediamo l’arte e la bellezza intorno a noi, ma anche riconosciamo le qualità del grande Artista che fece tutto questo.

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